ROMA – Le lavoratrici madri di almeno due figli, con contratto a tempo indeterminato, possono richiedere il Bonus Mamma al proprio datore di lavoro. Questo beneficio consiste nell’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali, il che dovrebbe tradursi in un aumento nella busta paga fino a 250 euro mensili lordi.
Nonostante l’apparente vantaggio economico, il Bonus Mamma non sempre si rivela conveniente. L’aumento dell’imponibile Irpef derivante dall’esonero contributivo comporta un aumento delle tasse, il che ha portato oltre il 40% delle madri lavoratrici aventi diritto a rinunciare a presentare la domanda.
I requisiti per beneficiare del Bonus Mamma
Per accedere al Bonus Mamma, non è sufficiente essere madri e avere un lavoro; sono necessari requisiti specifici:
- Avere almeno due figli, di cui uno sotto i 10 anni (dal 2025 sarà necessario avere almeno tre figli).
- Essere dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Secondo stime ISTAT, circa 828.000 madri soddisfano questi requisiti e potrebbero beneficiare del bonus. Ma solo poco più della metà di loro ha effettivamente presentato domanda al proprio datore di lavoro.
Quanto spetta al giorno?
La circolare INPS n. 27 del 31 gennaio 2024 specifica che l’esonero è pari al 100% della contribuzione previdenziale a carico della lavoratrice, fino a un massimo di 3.000 euro annui, applicato su base mensile. Questo significa che la soglia massima di esonero della contribuzione dovuta dalla lavoratrice, riferita al periodo di paga mensile, è pari a 250 euro (3.000 euro/12 mesi). Per ogni giorno di fruizione dell’esonero contributivo, sono quindi 8,06 euro (250 euro/31 giorni).
Queste soglie massime si applicano anche ai rapporti di lavoro part-time, senza necessità di riparametrazione dell’ammontare dell’esonero spettante.