CUPELLO – «È fuori dubbio che la questione Civeta debba finalmente essere risolta, per non perdere i finanziamenti PNRR ma anche per salvaguardare i posti di lavoro in essere. Una gestione alquanto improvvisata ha generato situazioni imbarazzanti. Naturalmente quella che ha del ridicolo: la trasformazione in società a responsabilità limitata in andata con ritorno alla forma consorzio pubblico per non perdere i finanziamenti PNRR». Inizia così la nota di Officina Cupello.
«Con un ritardo esagerato a fronte di una generosità del PNRR che ha fatto sì che molti abbiano già proceduto nelle iniziative. Il presidente del Civeta e qualche sindaco possono battere la grancassa per annunciare il ritorno alla forma consortile e il possibile salvataggio dei fondi ma, anche a fronte dello sfascio prodotto sul piano della governance (con evidenti contrasti tra i sindaci), ci chiediamo quale credibilità abbiano, considerato che si sono trovati l’avvertimento del Ministero dell’Ambiente sulla revoca dei finanziamenti. Abbiamo stimato che la capacità complessiva di trattamento dei rifiuti compostabili in Abruzzo, con i soli impianti già esistenti e attivi sia pari al 118% della domanda esistente che, con l’aggiunta dei soli impianti chietini autorizzati (Lanciano con Ecolan, Cupello con ampliamento Civeta e Monteodorisio con il privato Metanab), salirebbe al 187%». Ragionando in termini di mercato, siamo significativamente in ritardo, rischiamo che il biodigestore del Civeta, una volta entrato in funzione, abbia difficoltà nell’approvvigionarsi della materia da trattare, essendo la concorrenza ormai consolidata», prosegue la nota.
«Nel procedere con il recupero dei fondi PNRR si deve allora fare chiarezza su cosa il Civeta dovrà fare, su quali saranno le sue strategie, facendola finita con manovrine tristemente collegate agli incarichi, come quello per un direttore generale da 100.000 euro all’anno che alcuni sembrano voler per forza affidare nonostante l’opposizione di sindaci importanti e nonostante il cuore di attività del Civeta sia oggi alquanto ridotto, con la gestione delle diverse progressive discariche affidata a un privato e con l’intera area dei servizi di igiene urbana oggi quasi interamente gestita sul nostro territorio da un altro unico privato.
A questo proposito, a Cupello, nei dieci anni di amministrazione Marcovecchio e Di Florio i servizi di igiene urbana sono passati dal Civeta al privato, ma i costi procapite sono rimasti sostanzialmente invariati, 140-150 euro per abitante, a fronte di un incremento di quelli per i servizi affidati ma con una raccolta differenziata al palo, stabilmente inferiore a quel 65% richiesto dalla Legge», continua la lista di Dario Leone.
«Giusto come termine di paragone: a Tollo, dimensionalmente vicina a Cupello, il costo di gestione e smaltimento dei rifiuti è calato e il procapite è intorno a 115 euro per abitante a fronte di una raccolta differenziata pari all’85%. Recuperati, forse, i fondi PNRR, sapendo che i tempi sono stati bruciati, i soci del Civeta dovranno confrontarsi con schiettezza, per realizzare in tempi accettabili quanto devono (come tanti altri hanno fatto e stanno facendo), per definire strategie di ampliamento dei servizi, insomma per rilanciare quel consorzio che, quando è nato, avrebbe dovuto essere un fiore all’occhiello del nostro territorio. Magari, sarebbe anzi opportuno, evitando nuovi onerosi incarichi tecnici che, se incrementassero la situazione debitoria, graverebbero direttamente sui Comuni soci dopo il ritorno alla forma del consorzio pubblico e sostituendo piuttosto il presidente del CDA e il CDA, che non sembrano aver guidato il Civeta con la dovuta perizia», conclude la nota.