di Anna Bontempo
VASTO – Quarta puntata della rubrica dedicata al turismo a Vasto. Dopo il punto di vista dei balneatori, degli albergatori e dei property manager cioè di coloro che gestiscono le case-vacanza, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sui B&B, strutture che hanno registrato in città un notevole incremento. Ne parliamo con Raffaella De Francesco, titolare della Residenza Amblingh di via Portone Panzotto. Con lei esamineremo il settore e parleremo delle prospettive future.
A Vasto il numero dei B & B è notevolmente aumentato negli ultimi anni. A cosa è dovuto questo boom?
«La normativa del settore è molto semplice. Per aprire un Bed & Breakfast non sono richieste tante autorizzazioni. Tra l’altro in Italia si può aprire il B & B non imprenditoriale, quindi senza partita Iva, è sufficiente una comunicazione al Comune. Quindi al primo posto c’è la facilità di avviare una attività del genere. Il turismo a Vasto è cresciuto tantissimo. Dai 25 B & B presenti dieci anni fa quando ho aperto la Residenza Amblingh, siamo arrivati agli attuali 130. Quindi sono esplosi anche se siamo in pochi ad essere aperti tutto l’anno. C’è però da fare un distinguo tra un’attività puramente stagionale e chi invece la esercita in modo continuativo, direi professionale e anche imprenditoriale».
Quale è il target del cliente che si rivolge al B & B?
«È diverso in base alla struttura ricettiva, al livello di accoglienza e al prezzo. Il costo alto impone anche la selezione dell’ospite. I giovani ad esempio cercano strutture più economiche rispetto alle coppie che invece si possono permettere un prezzo più alto. Molti scelgono il B&B per avere un contatto più empatico con chi ospita, meno formale, più accogliente rispetto ad un albergo. Hanno voglia di sentirsi come a casa. Nei mesi di maggio-giugno-settembre-ottobre ci sono tanti stranieri, mentre a luglio ed agosto abbiamo una presenza maggiore dei clienti italiani, in prevalenza coppie e molti sposi. Ci scelgono soprattutto quando celebrano il matrimonio nei Giardini napoletani di Palazzo D’Avalos o nella cattedrale di San Giuseppe, per la vicinanza e per vedere la sposa che cammina nei suggestivi vicoli del centro storico. Per le famiglie abbiamo un paio di camere».
Rispetto a dieci anni fa come è cambiato il turismo a Vasto?
«C’è sicuramente un’offerta maggiore anche di ristoranti e di bar, l’asticella si è alzata perché sono nate delle strutture nuove. Se prima arrivavano in città e si fermavano solo una notte prima di partire per il Salento, adesso c’è gente che viene per restare di più. Oggi veniamo scelti. Per agosto, ad esempio, abbiamo delle prenotazioni lunghe. Mentre fino a qualche anno fa si fermavano per uno o due notti, quest’anno si è allungata la permanenza dei clienti che cominciano a vederci come un posto per fare la vacanza».
Quali sono le prospettive del turismo locale? Si è raggiunto l’obiettivo della destagionalizzazione?
«C’è abbastanza da fare, ma si va in quella direzione. C’è la Via Verde che è uno dei biglietti da visita più importanti. Per quanto ci riguarda ci piacerebbe che Vasto, da quel punto di vista, fosse pronta a dare qualcosa in più al turista di passaggio, essendo al momento sprovvista di location dove fermarsi anche per prendere una cosa da bere. Basta farsi una passeggiata più a nord per vedere che c’è più offerta, ma credo che sia solo questione di tempo e di programmazione a tutti i livelli. Del resto Vasto è la città più bella della costa: tutti gli ospiti restano colpiti dalla bellezza delle nostre spiagge e del centro storico e ritornano anche per festeggiare anniversari o compleanni».