VASTO – Le aree interne rappresentano territori spesso fragili e periferici, caratterizzati da una carenza di servizi essenziali che si traduce in diritti negati. Questi luoghi, talvolta impoveriti e con infrastrutture malandate, sono privi di una rete sanitaria adeguata e spesso afflitti da lacune nell’istruzione pubblica. Le aree interne non sono solamente quelle geograficamente distanti dai centri urbani, ma comprendono anche le periferie dove le disuguaglianze crescono a causa della scarsità di opportunità lavorative e dei servizi di base.
Nel contesto del Vastese, molti Comuni montani e premontani stanno progressivamente perdendo popolazione, configurandosi come aree interne. Inoltre, anche Vasto potrebbe essere considerata una “area interna” rispetto a centri più grandi o economicamente più attrattivi, come evidenziato dal progressivo svuotamento dell’ospedale.
Il concetto di aree interne non è strettamente legato alla geografia fisica, ma piuttosto all’aspetto economico e sociale, come illustrato nel libro “Vocabolario delle aree interne”.
In un momento di riflessione critica sulle narrazioni romantiche dei piccoli comuni e delle aree periferiche, diventa essenziale mettere in discussione i brand costruiti attorno a queste realtà, che spesso svuotano di significato le specificità e la cultura dei territori. È indispensabile garantire il diritto a vivere e abitare attraverso l’estensione dell’accesso ai servizi essenziali, sanciti dalla Costituzione.
Domani alle 18 in Piazza San Pietro a Vasto, si terrà un incontro su questo tema con Nicholas Tomeo, curatore del libro “Vocabolario delle aree interne”, Antonino Dolce, giornalista specializzato nelle vicende dei piccoli Comuni del territorio, e Marco Mancini, sindaco di Lentella.
