di Anna Bontempo
VASTO – Inizia oggi la pubblicazione di una serie di interviste sul turismo da angolazioni diverse. Inauguriamo questo nuovo spazio, che avrà cadenza settimanale, con i balneatori, categoria che sta vivendo un momento di grande incertezza dovuto al caos legislativo. A rispondere alle domande di Zonalocale è Domenico Molino, titolare dello stabilimento “Da Mimì”, storica attività al centro di Vasto Marina.
Ogni anno la sua attività è una delle prime a offrire il servizio in spiaggia, ma questo non succede lungo tutto il litorale vastese. Come mai?
«Io ho sempre cercato di allungare la stagione, avendo anche la possibilità di offrire oltre al servizio spiaggia, anche il servizio ristorazione. Forse sono stato anche un volano per altri operatori che rispetto a prima, adesso iniziano presto. Addirittura ce ne sono un paio che restano aperti tutto l’anno. Quindi il plauso va a loro perché stare aperti tutto l’anno è sicuramente da lodare. Chi invece continua a fare la stagione dal 1° giugno al 30 agosto non aiuta gli sforzi che noi stiamo facendo. Devo dire però per correttezza che quelli che continuano a gestire vecchia maniera ormai sono rimasti davvero in pochi. C’è miglioramento rispetto al passato e bisogna migliorare ancora di più, senza ombra di dubbio».
I clienti dello stabilimento “Da Mimì” sono in maggioranza turisti o vastesi?
«Avendo mio nonno Domenico, detto Mimì, aperto nel 1956 ho anche le terze generazioni dei suoi clienti. Parte di loro sono famiglie che si susseguono negli anni, però la stragrande maggioranza della mia clientela è rappresentata dai turisti, nella misura del 60%. Da anni abbiamo turisti americani, russi, tedeschi e belgi che per lo più hanno comprato casa da queste parti. Si fermano da noi una settimana o dieci giorni, tra maggio e giugno o settembre e ottobre. Evitano i mesi di luglio e agosto. Il turista straniero preferisce più una Vasto calma che una Vasto affollata».
Come state vivendo questa situazione di grande incertezza dovuta alla direttiva Bolkestein e al caos legislativo?
«Indubbiamente per noi non è il periodo migliore per pensare ad un investimento, visto che quanto sta accadendo non ci dà prospettive certe per il futuro. Non possiamo però lavorare con questo pensiero in testa, sebbene ci attanagli. Dobbiamo cercare di essere efficienti con i servizi che offriamo al turista e ai clienti in generale e cercare di fare in modo che la nostra proposta sia appetibile su questa parte di Regione, partendo dal presupposto che Vasto rappresenta uno dei centri più importanti per il turismo abruzzese».
Rispetto alle aste previste per le concessioni demaniali cosa pensa?
«Penso che su questo tema ci sia molta confusione e spesso la confusione nasce dal fatto che non tutti conoscono la direttiva Bolkestein che nasce come direttiva servizi e che poi si estende agli stabilimenti balneari, così come ai taxi. Originariamente c’erano pure gli autogrill, ma andarono in seguito fuori da questa direttiva. Partendo da questo presupposto c’è un problema legislativo: nessun governo finora si è prodigato per fare una legge chiara che dia certezze. Al momento siamo sotto scacco dei tribunali amministrativi regionali, del Consiglio di Stato e della Cassazione. Noi siamo in mezzo a questo turbillon di situazioni e capisco che gli enti locali, preposti ad eseguire la direttiva così come viene richiesto, si trovano in grande confusione. Vediamo quello che è successo a Jesolo dove le concessioni sono già andate a bando o pensiamo a quello che non succederà a Monopoli dove le concessioni sono state prorogate fino al 2033. Quindi in questo momento c’è un casino gigantesco che non ci permette di avere serenità e di capire dove si vuole arrivare. Noi chiediamo di dirci se le nostre concessioni rilasciate al 2033 hanno validità e di dirci, se così non è, quali saranno i termini per andare a bando. Se vengono riconosciuti gli investimenti fatti finora, chi potrà partecipare all’asta e i tempi che ci vorranno per arrivare al bando, perché noi imprenditori dobbiamo prepararci a tutto, anche a questa ipotesi».
Quale è la vostra preoccupazione?
«Che succeda quello che è successo a Jesolo: dove davanti ad offerte milionarie dei concessionari che erano su quelle aree, si è quadruplicano il valore delle concessioni demaniali. Parliamo di cifre che sfiorano i dieci milioni di euro a fronte dei tre milioni di euro offerte dal vecchio concessionario. E lo stesso che ha fatto questo rialzo lo ha fatto su tre strutture. Noi pensiamo che questo sia un danno principalmente per la clientela, perché se tutto triplica, triplica anche il costo finale. Cio che è stato oggi con gare di questo genere non sarà domani».
Quali sono secondo lei le prospettive del turismo vastese?
«Io ritengo che Vasto abbia avuto, grazie alla riserva di Punta Aderci, alla Costa dei Trabocchi e alla pista ciclopedonale, una grande visibilità negli ultimi anni. Questo ha contribuito ad avere un turismo migliore, diverso da quello degli anni Ottanta o Novanta. La capillarità dell’offerta turistica all’interno delle strutture non ricettive, e mi riferisco soprattutto ai B & B, danno una differenziazione dell’offerta turistica a chi vuole vivere non solo il mare, ma tutto il territorio. Il turista si muove, non è più stanziale. Questo è un nuovo target che Vasto sta intercettando. Il dato fondamentale si ha la sera passeggiando nella parte alta della città, perché li si riversa il turismo. Su Vasto Marina resta un turismo legato alla città e al vicinato».