LANCIANO – Pierluigi Vinciguerra, dell’associazione Italia Nostra, in nota sulla torre-ascensore in località S. Egidio di Civitanova-Sacca del centro storico:
«Con la presente ci permettiamo di inviare una nostra relazione su alcuni aspetti del patrimonio storico culturale di Lanciano diventato oggetto, almeno per quanto riguarda la torre-ascensore delle ripe in località S. Egidio di Civitanova-Sacca del centro storico, di un articolo sul quotidiano Il Centro del 6 maggio 2024 con alcune foto della sagoma del realizzando “Torrione-Ascensore” che, come citato sul quotidiano, potrebbe essere indicata come un intervento nuovissimo e primo manufatto moderno realizzato nelle adiacenze delle vecchie mura della città, e che la Soprintendenza ha seguito passo passo, effettuando diversi sopralluoghi come intervento nuovissimo del genere per riproporlo eventualmente in altri centri storici. Da quel che si legge, un domani potrebbe essere indicata nelle guide turistiche come una bellezza panoramica della città.
L’associazione Italia Nostra Regionale e locale invia, per chi non lo sapesse, una planimetria della pianta ottocentesca di Lanciano dello storico Omobono Bocache con la rappresentazione di tutte le porte esistenti della città storica, di cui anche quella della Porta della Noce, nella zona delle Ripe, dove oggi a ridosso di essa si erge l’eco mostro. Una torre ascensore alta circa 28 metri davanti e a ridosso della cinta muraria medioevale del quartiere di Civitanova nel centro storico di Lanciano. L’idea di costruire una struttura meccanica di risalita inserita in un telaio semi trasparente che salendo in verticale davanti le mura del centro storico sbarcherà nella stradina del belvedere zona “le Ripe”. Un mostro destinato ad interrompere lo sguardo e la immagine dell’antica cinta muraria dai colli a sud-est di Orsogna, Costa di Chieti, Frisa ecc., progettata per collegare il sottostante parcheggio alla sovrastante città storica di Civitanova. Si tratta della costruzione di una enorme bruttura in un paesaggio di rilevante bellezza. Praticamente questo intervento ha ridisegnato un quartiere storico anche al di fuori delle mura dove il costone adiacente le mura rappresenta un simbolo nella sua complessità; difatti non è una chiesa, un palazzo, è appunto un luogo che contiene l’essenza di questa città ove in prossimità trovasi la sua storica e più importante fonte, denominata appunto fonte grande di Civitanova del sec. III in prossimità della piccola chiesetta di S. Egidio. È un luogo di una religiosità nel senso più vasto della parola. Ma è anche luogo fragile con una delicata struttura geologica. Sotto di essa e nelle sue pendici c’erano forse tratti di reperti e probabilmente delle fonti di cui si hanno solo notizie frammentarie.
L’intervento di risalita è un intervento duro, che lascia segni irreversibili. Lanciano deve la sua bellezza alla quasi integrità del centro storico, e alla sua adiacente campagna, con gli orti degli ortolani, gli uliveti e vigneti tipici del paesaggio frentano, rispecchiando profondamente lo splendore che la caratterizzò fin dall’epoca romana fino ai primi del novecento. Quale città vogliamo per noi e per le nostre generazioni future? Così scrive l’architetto Renzo Piano: “modernità, progresso e crescita sono troppo spesso infernali e che nel loro nome continuano a fregarci”. Nei progetti per il centro storico di Lanciano non si deve privilegiare solo uno o pochi aspetti, in nome della modernità e della crescita economica (alquanto discutibile) sicuramente importante, trascurando le esigenze di tutte le componenti della città, le sue stupende valli, il capitale delle sue scarpate e dei suoi luoghi più importanti. Questo manufatto architettonico risulta, inoltre, in tutto il suo insieme, carente, tralasciando qualsiasi rispondenza con l’architettura esistente, con la stabilità del pendio, sui possibili fenomeni idrogeologi del sottosuolo. Perché una risalita qui, proprio qui sotto la cinta muraria? Perché non si poteva pensare ad un progetto di minore impatto e con logiche più razionali?
Non si tratta di dire no ad una risalita meccanizzata, sicuramente funzionale, ma di realizzare progetti in termini di sviluppo sostenibile senza incidere sulle bellezze architettoniche e naturali esistenti. Se le somme a disposizione da parte dell’amministrazione non erano sufficienti, all’inizio euro 350.000 poi sono state trovate altre 350.000 e oltre, per un importo complessivo di quasi 800.000 euro (metterla in funzione e sicurezza occorreranno probabilmente altre migliaia di euro), non per questo bisognava realizzare uno sgorbio di tale natura. Perché non spostare la risalita, studiando un diverso percorso? Perché non studiare modifiche che rispettavano l’antica sacralità del costone con la strada di accesso pedonale fino alla vecchia “Porta della Noce” e della cinta muraria nella sua unicità? (Altre soluzioni c’erano e le avevamo trovate insieme ad altri studiosi, ma non voluto per caparbietà di qualche mente eccelsa). A questo proposito Italia Nostra ribadisce che proprio la progressiva “indifferenza al luogo” manifestata nel progetto di ascensore rafforza la tesi che debba essere questo il “luogo”, inteso come realtà consolidata di forme e vocazioni, a suggerire la giusta trasformazione di se. E che la presenza di questo manufatto è ancora più errata e inaccettabile, perché questo progetto doveva innanzitutto stare attento agli edifici lì presenti, che erano l’eredità fisica e storica della città. Ma si può inserire un tale volume architettonico o manufatto, adiacente le mura medioevali del centro storico? Ma davvero si può sostituire la storia e la vera architettura, anche se modesta, con una storia qualunque? Poiché crediamo di no, Italia Nostra confida che in futuro sfregi di questo genere nel centro storico non avvengano più con l’auspicio di illuminare anche le menti eccelse di qualche ente preposto ai nulla osta perché ultimamente hanno mostrato un superficiale interesse verso i grandi problemi della conservazione del patrimonio storico artistico e naturale dei centri storici lasciando molto a desiderare.
Prossimamente l’associazione tratterà di altri interventi effettuati e in fase di ultimazione nel centro storico di Lanciano per far conoscere alla cittadinanza di come si tutelano le testimonianze storiche, culturali, architettoniche da parte della Soprintendenza Archeologica – Belle Arti e Paesaggio di Chieti-Pescara».

