ABRUZZO – Tornano le Giornate delle Oasi del WWF, dedicate alla biodiversità italiana. Quest’anno sono ben cinque i weekend di eventi per immergersi nella natura, confluiti nel Mese delle Oasi.
L’impegno e l’investimento del WWF con il sistema Oasi, nato più di 50 anni fa con l’azione di pionieri come Fulco Pratesi e altri illuminati precursori, è divenuto oggi il più grande progetto di conservazione del WWF in Italia. Tutto ciò è stato possibile grazie a sinergie e collaborazioni con soggetti pubblici e privati, con i quali si è fatta rete, e all’insostituibile contributo dei volontari.
Le Oasi WWF in Abruzzo sono sei, cinque delle quali sono anche Riserve naturali regionali: “Cascate del Verde” a Borrello, “Calanchi di Atri” ad Atri, “Gole del Sagittario” ad Anversa degli Abruzzi, “Lago di Serranella” a Casoli, Altino e Sant’Eusanio del Sangro, dove è presente l’Istituto Abruzzese per le Aree Protette WWF (IAAP-WWF) che supporta i Comuni nella gestione delle Riserve regionali, l’Oasi WWF e Riserva regionale “Lago di Penne” a Penne e l’Oasi WWF “Fosso Giardino” a Martinsicuro. Inoltre, lo IAAP-WWF supporta il Comune di Ortona nella gestione delle Riserve naturali regionali di “Punta dell’Acquabella” e “Ripari di Giobbe” nonché dei Parchi Territoriali Attrezzati di “Fiume Fiumetto” e “Parco dell’Annunziata” rispettivamente a Colledara e a Orsogna. Un’ulteriore collaborazione è attiva, questa volta insieme a Legambiente, con il Comune di Vasto per le Riserve Regionali di “Punta Aderci” e “Marina di Vasto” gestite dalla Coop. Cogecstre.
«Dalla ricerca scientifica alle vacanze natura, dall’educazione ambientale con le scuole all’impegno nella conservazione di specie e habitat», commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo, «le Oasi del WWF sono anche luoghi di aggregazione sociale, di sperimentazione di attività legate al benessere psicofisico, di formazione. In alcuni casi, anche in Abruzzo come nel resto d’Italia, giocano un ruolo centrale per la conservazione di alcune specie simbolo, quali ad esempio l’Orso bruno marsicano che sarà protagonista di una campagna di raccolta fondi che il WWF lancerà il prossimo mese per salvare un animale unico del nostro Appennino e che rischiamo di perdere per sempre a causa di bracconaggio, investimenti stradali e frammentazione dell’habitat. In Abruzzo, in occasione del mese delle Oasi, ci sarà per tutti l’occasione di tuffarsi nella bellezza della natura, tra orchidee, farfalle, testuggini, aironi, aquile, immersi nei boschi o lungo fiumi, laghi e sentieri di montagna. Tanti gli eventi in programma nelle Oasi della nostra Regione: visite guidate, passeggiate, giochi, laboratori e letture ad alta voce per i più piccoli, yoga, immersioni forestali…c’è solo l’imbarazzo della scelta!».
«A livello nazionale», aggiunge Dante Caserta del WWF Italia presente alla conferenza stampa «sono circa 27.000 gli ettari di territorio protetto dalle 100 Oasi del WWF disseminate sul territorio che accolgono ben 350.000 visitatori annui. Un ‘effetto oasi’ lungo 57 anni, dalla prima creata in Toscana, quella di Burano nel 1967 da cui si è sviluppato un sistema di aree protette complesso e articolato, il primo in Italia gestito da una associazione privata e tra i primi in Europa, che impiega nelle attività di gestione, fruizione e tutela a diverso titolo 150 persone e circa 500 volontari. Un sistema che dà un contributo importante per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità: la sfida UE del 30×30 prevede di raggiungere almeno il 30% di territorio protetto entro il 2030. Sono solo i numeri più evidenti di “Effetto Oasi”, il report WWF lanciato in occasione del Mese delle Oasi».