ABRUZZO – Oggi, 25 aprile 2024, ricorre il 79° anniversario della liberazione dell’Italia dal fascismo: una data spesso contestata nel nostro paese, che ancora fatica a fare i conti con il passato.
Molto probabilmente, il fascismo, dall’Italia non se ne è mai andato e lo dimostrano i fatti. Secondo i dati di Infoantifa ECN, associazione che raccoglie e cataloga tutti gli atti di violenza correlati all’estrema destra, dal 2014 sono state 146 le aggressioni di stampo fascista nel nostro paese. Il dato è ancora più grave se pensiamo che la maggior parte di queste aggressioni sono riconducibili a gruppi che negli anni sono stati capaci di infiltrarsi nelle istituzioni: stiamo parlando di Casapound e Forza nuova, che insieme contano ben 96 distinti atti di violenza riconducibili a motivazioni d’odio razziale o politico.
Ne abbiamo parlato con Domenico Cavaccini, presidente della sezione ANPI di Vasto, che ha commentato: «Io penso che l’Italia non si sia assolutamente liberata dal fascismo, al contrario, l’Italia sconta un peccato originale e non ci ha mai fatto realmente i conti. Dopo il fascismo, quello storico, una serie di personaggi si sono riciclati all’interno delle istituzioni, ma sono rimasti sempre loro. E tutto questo si vede ancora oggi, soprattutto negli ultimi tempi con l’ascesa di Fratelli d’Italia che per ideali e composizione non è nient’altro che l’espressione del vecchio MSI. E purtroppo questo modo di intendere la gestione del potere, un modello di tipo padronale, che non governa ma voler comandare gli appartiene in pieno. Si vede in tante piccole cose, e l’ultima vicenda che ha coinvolto Scurati parla chiaro. Senza considerare il disprezzo dimostrato verso il lavoro intellettuale, con minacce e querele ai giornalisti, con Saviano in testa. Ma anche il tentativo di limitare la magistratura, introdurre le associazioni Provita nei consultori, l’aumento vertiginoso delle morti sul lavoro causato dalla macchina dei subappalti, le morti dei migranti. È un problema sociale, che si manifesta ed è profondamente radicato all’interno delle istituzioni».
«Tutto questo mostra che c’è un disegno dietro per smantellare le strutture e i principi portanti dello stato, con il tentativo di accentrare il potere, per esempio svuotando il Parlamento di ogni funzione. Nella nostra Costituzione si da centralità al parlamento perché l’esperienza dell’uomo solo al governo i nostri padri costituenti l’avevano già sperimentata con Mussolini: la pluralità è il fondamento del nostro ordinamento. La situazione è critica e penso che molti italiani non si rendano conto di tutto questo. Le frange più estremiste vengono protette, come per esempio Casapound che occupa da 20 anni uno stabile nel centro di Roma e nessuno è mai intervenuto per fare nulla. Il problema è quanto mai attuale e con la situazione internazionale, unita alla situazione nazionale altrettanto preoccupante, tanti paletti della democrazia stanno saltando», ha infine concluso Domenico Cavaccini.