VASTO – In una solenne riflessione in questa santa domenica, Don Domenico Spagnoli ci invita a contemplare il significato profondo del verbo “appartenere”. In un’epoca in cui la società promuove un individualismo sfrenato, il concetto di appartenenza sembra cadere in disuso. Don Domenico ci guida attraverso un viaggio di introspezione, sottolineando come il culto dell’autonomia abbia oscurato la consapevolezza del nostro legame reciproco e della nostra interdipendenza.
Attraverso le Sacre Scritture, ci viene presentata una delle definizioni più profonde di Gesù su se stesso: “Io sono il buon pastore”. In contrasto con il mercenario, il quale non si preoccupa delle pecore perché non gli appartengono, Gesù si pone come colui che conosce e ama ogni singola pecora, tanto da dare la propria vita per esse. Questa immagine del buon pastore ci parla di vocazione, di un richiamo alla nostra vera identità e scopo nella vita.
L’appartenenza, ci ricorda Don Domenico, non è solo un concetto astratto, ma una realtà viva e palpabile che ci lega a qualcosa di più grande di noi stessi. È la consapevolezza che la nostra esistenza non è isolata o abbandonata al caso, ma parte di un disegno divino in cui siamo coinvolti in modo profondo. Siamo parte di un sogno, di una storia, di un abbraccio cosmico che ci sostiene e ci protegge nelle tempeste della vita.
Questa consapevolezza fa la differenza, poiché ci dona una sicurezza interiore che va oltre le sfide e le avversità che incontriamo lungo il cammino. Non siamo soli, né lasciati alla deriva delle circostanze. Siamo amati, custoditi e guidati da un amore che ci abbraccia indissolubilmente.
In questo giorno di riflessione e contemplazione, possiamo cogliere l’invito di Don Domenico Spagnoli a riscoprire il significato profondo dell’appartenenza e a lasciarci abbracciare dall’amore del buon pastore, che ci accoglie sempre nel suo gregge con amore infinito.
Buona domenica a tutti.