ABRUZZO – Il 19 aprile scorso, a Palazzo Valentini a Roma, il Senato Accademico del Cartagine 2.0 ha insignito il regista Pierluigi Di Lallo, originario di Rocca San Giovanni, dell’omonimo Premio.
Il Premio Cartagine 2.0 è destinato a coloro che hanno contribuito, in Italia e all’estero, allo sviluppo e alla diffusione della cultura e del sapere nei diversi settori, nell’interesse supremo dell’elevazione e del progresso dei popoli, al benessere dell’umanità, alla ricerca della verità, della libertà, della giustizia e della pace, presupposti essenziali della fratellanza universale. L’iniziativa, infatti, nasce come un ideale ponte di Cultura e si svolge in forma itinerante tra le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo, grazie all’attivismo del Presidente dell’Associazione, il Dott. Alessandro della Posta. Il Premio viene conferito con lo stesso criterio del Premio Strega, vale a dire che, a seguito della segnalazione di uno o più degli accademici del Cartagine 2.0, il Senato accademico valuta il curriculum e le opere del candidato e decide se approvare il conferimento del Premio.
Tutte le personalità insignite anno per anno del Premo Cartagine vengono annoverate nell’Albo d’Onore dell’Accademia, ed assumono la qualifica di Accademici componenti l’organo sociale del Senato Accademico (organo deputato alla approvazione del conferimento del premio).
Sono queste le motivazione dell’assegnazione del Premio a Pierluigi Di Lallo, regista, attore e sceneggiatore: «In virtù dei meriti acquisiti nella sfera cinematografica, Pierluigi Di Lallo si distingue per il suo eclettismo: attore, sceneggiatore e regista ha spaziato dal teatro al cinema e alla televisione. Dotato di una non comune sensibilità artistica, Di Lallo si è sempre cimentato con successo nei diversi generi della rappresentazione spaziando dal drammatico alla commedia. Anche nelle tematiche affrontate emergono le sue doti di acuto osservatore della società odierna riuscendo a toccare, e a far vibrare, le corde dello spettatore che viene chiamato a riflettere sui problemi socio-esistenziali del Terzo millennio. Invero i fotogrammi dei suoi lungometraggi offrono uno spaccato sulla famiglia contemporanea spesso ipertrofica tanto da soffocare le individualità che la compongono. Per il suo modo di fare cinema, ovvero scendendo in strada e calpestando marciapiedi senza però dimenticare le finalità edificanti dell’arte, Di Lallo ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti in patria ed Oltreoceano».