CHIETI – A Chieti, una donna di 49 anni affetta da problemi cardiaci è stata costretta a trascorrere 48 ore su una barella nel corridoio del pronto soccorso. Questo caso non è isolato. Giorno dopo giorno, i lettori segnalano una grave carenza di personale nel sistema sanitario pubblico.
«Desidero portare alla vostra attenzione un episodio che non solo ha toccato la mia famiglia personalmente, ma solleva questioni cruciali riguardo alla qualità dell’assistenza sanitaria fornita nella nostra regione», scrive Giuseppe Di Giacomo.
«Mia moglie, una donna di 49 anni, cardiopatica e in attesa di un trapianto dal 2023, è stata vittima di un grave scompenso cardiaco lo scorso sabato. In uno stato di emergenza, l’ho portata immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale di Chieti, dove mi aspettavo intervento e un’assistenza adeguata per stabilizzarla. La realtà è stata ben diversa e estremamente frustrante.
Nonostante l’urgenza della situazione, mia moglie è stata lasciata in attesa per quasi 48 ore prima di essere ricoverata. Questo ritardo nell’assistenza medica è inaccettabile e mette in pericolo la vita dei pazienti, specialmente di coloro che, come mia moglie, sono in una condizione così delicata e vulnerabile.
Ho cercato di sollevare la questione e di ottenere una risposta, ma mi è stato comunicato che c’era un solo cardiologo disponibile, il che ha reso impossibile garantire un tempestivo trattamento ai pazienti che ne avevano bisogno urgentemente. Questa situazione è assolutamente inaccettabile.
Come cittadino preoccupato e marito di una paziente che dipende dalla qualità e dall’efficienza del sistema sanitario, mi aspetto che vengano adottate misure immediate per garantire che nessun altro debba affrontare una situazione simile in futuro. Ogni individuo ha diritto a un’assistenza sanitaria tempestiva e adeguata».