ABRUZZO – «Nei lunghi mesi autunnali e invernali 2023-24, abbiamo sempre dato aggiornamenti sui “cuccioli” di Amarena. Ovviamente quando opportuno e, soprattutto, sicuro, cioè proveniente da fonti certe: Guardiaparco, tecnici del Parco, persone affidabili. Abbiamo interrotto i post di aggiornamento al 27 gennaio 2024, poiché dal 10 gennaio non c’erano più segnalazioni di avvistamento da parte del nostro personale e risultava quindi chiaro che fossero andati in ibernazione».
Inizia così la nota diffusa dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in merito ai cuccioli di Amarena, l’orsa marsicana uccisa a colpi di fucile ad agosto 2023 in provincia dell’Aquila. «Abbiamo continuato, ovviamente, a monitorare il territorio nei vari settori del Parco e dell’Area Contigua, ed è stato proprio grazie a questa importante azione che ci è stato possibile documentare il loro ritorno in attività dopo l’ibernazione invernale. Abbiamo aspettato qualche giorno per avere conferma che si trattasse davvero di loro ed eccoci a documentare, con il breve video, il ritorno dei due fratelli».
«Per ora i due orsi stanno bene e, soprattutto, sono ancora insieme», continuano dal Parco, «Tra circa un mese potrebbero separarsi, come avviene per gli altri giovani orsi che vengono smammati a primavera dalle loro mamme, o restare insieme il tempo giusto per darsi ancora sostegno e rimandare a quanto sono ancora più grandi la separazione. Da qui a poco tempo, dunque, non sarà affatto facile individuarli, non saranno diversi da tutti gli altri orsi della stessa età che si sono separati dalle loro madri. Sarà possibile essere sicuri della loro identità unicamente attraverso la genetica. Oggi siamo felici della scelta di averli lasciati liberi in Natura, una scelta per nulla facile né scontata, ma l’unica opportuna per dargli la possibilità di essere due orsi marsicani selvatici, entrambi vivi al termine del primo inverno, anche senza la mamma».
«Quale sarà il destino di questi due orsi? Al momento questo è impossibile dirlo. Possiamo essere sicuri che sanno orientarsi da soli, che non hanno bisogno del cibo e dall’uomo hanno bisogno solo di rispetto così come fatto fino ad oggi, senza dimenticare mai che sono solo due esemplari di una popolazione di circa 60 orsi che ce la sta mettendo tutta per sopravvivere. Non dimentichiamoci che anche ognuno di noi deve fare la propria parte, aumentando le conoscenze e la consapevolezza verso una coesistenza possibile, concreta e soprattutto rispettosa», concludono infine dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.