VASTO – È prevista per oggi, alle 18, presso la Torre Diomede del Moro di Vasto la conferenza “La Valigia delle Indie”, a cura dello storico e divulgatore abruzzese Salvatore Galante.
L’evento, patrocinato dall’Associazione Vigili del Fuoco in congedo, racconterà la storia della Valigia delle Indie: un treno storico che dal 1870 al 1914 collegava Londra con Bombay, attraversando anche l’Italia e soprattutto l’Abruzzo. Una storia quasi inedita, che tocca da vicino il nostro territorio, in quanto il treno transitava per la stazione Castellammare Adriatico (oggi Pescara C.le), passando per Ortona, Casalbordino e Vasto, prima di continuare alla volta della Puglia fino a Brindisi, dove si imbarcava su un piroscafo per l’Oriente che lo conduceva fino alla sua destinazione finale, nell’India britannica. Una dimostrazione di quanto il mondo fosse già incredibilmente interconnesso più di 150 anni fa.
L’era del vapore
«Le prime locomotive», ci racconta Salvatore Galante, «vennero inventate in Inghilterra nel 1804, e venivano utilizzate esclusivamente per il trasporto minerario, su brevi tratti di binario che mettevano in comunicazione le miniere e i punti di deposito e scarico. 10 anni dopo Stevenson sviluppò le prime locomotive per scopi commerciali diversi, tra cui anche il trasporto di persone. Le prime locomotive erano apparecchi goffi, sostanzialmente dei carri con caldaia e serbatoi per l’acqua. Stevenson, nel calcolare la dimensione giusta per i binari (il cosiddetto scartamento, la distanza interna tra le rotaie), si basò sui solchi lasciati sulle strade consolari romane dalle bighe e ottenne la dimensione di 143 cm, equivalente allo spazio trasversale occupato da due cavalli. Questa era la dimensione in uso anche per i tram britannici, che venivano trainati da cavalli».


Indian Mail Route
«La corsa, che poi divenne nota in Italia come Valigia delle Indie, iniziò a transitare sul nostro territorio nel 1870, dopo l’annessione dello Stato Pontificio. Inizialmente infatti, visto che l’Italia era ancora frammentata dal punto di vista politico, il treno partiva da Londra, si imbarcava in piroscafo a Marsiglia, sbarcava ad Alessandria d’Egitto e poi continuava la sua corsa fino a Porto Suez, dove si imbarcava nuovamente e attraversando il mar Rosso e il mar Arabico continuava verso la sua destinazione finale, in India. In seguito alla guerra franco-prussiana i Savoia invasero il papato nella serie di eventi che culminò con la breccia di Porta Pia. Una volta unificata definitivamente l’Italia, su iniziativa dell’allora presidente del Consiglio Lanza, la Regina Vittoria concesse la modifica della tratta ferroviaria, rubando di fatto il monopolio ai francesi. La tratta italiana presentava però alcuni problemi, come il difficoltoso attraversamento delle Alpi, a cui gli ingegneri dell’epoca ovviarono dotando i binari di un sistema a cremagliera che aiutava i convogli nella salita. Solo nel 1872, con l’inaugurazione del tunnel del Fréjus, fu possibile far transitare il primo treno attraverso le montagne, guadagnando 3 giorni di viaggio. La tratta però venne soppressa in seguito allo scoppio della Prima guerra mondiale: in quel momento infatti il nostro paese faceva ancora parte della Triplice Alleanza e gli inglesi temevano che, visto che il treno trasportava tutta la corrispondenza dell’Impero verso l’India, missive riservate sarebbero potute cadere in mano nemica».


La Valigia delle Indie in Abruzzo
«Mi ricordo ancora che mio nonno raccontava che quando passava la Valigia delle Indie, i contadini lasciavano il lavoro nei campi e facevano la fila per andare a vedere il convoglio ferroviario. Passava da queste parti solitamente intorno alle 10 o alle 10.30 del mattino ed era uno spettacolo incredibile per l’epoca: la locomotiva era davvero all’avanguardia e il convoglio sfrecciava a oltre 100 km/h, lasciando gli spettatori senza fiato davanti a una tale meraviglia tecnica. Dobbiamo comunque pensare che era il 1870! A volte poteva capitare che il treno avesse bisogno di rifornimenti d’acqua alle caldaie e in quel caso poteva fermarsi nelle stazioni di Casalbordino o di Vasto, ma erano esclusivamente soste tecniche dove non era permessa la salita o la discesa dei passeggeri. Infatti, la fermata abruzzese era quella di Castellamare Adriatico, il vecchio Comune che comprendeva la porzione del territorio dell’attuale Pescara a Nord del fiume omonimo. Il viaggio, soprattutto al Sud, era costellato da problemi tecnici riguardanti principalmente la logistica degli scali ferroviari e fu anche questo uno dei motivi che spinsero gli inglesi a chiudere la tratta italiana e ripristinare il vecchio percorso da Marsiglia», ha infine concluso Salvatore Galante, che durante l’evento di oggi racconterà in maniera ancora più approfondita la storia della Valigia delle Indie legata direttamente a quella del nostro territorio.
