CHIETI – ll procedimento penale per omicidio stradale per la tragica morte di Massimo Aquilanti a carico dell’altro motociclista coinvolto nel tragico incidente successo un anno fa, la mattina del 21 aprile 2023, sulla Statale 256 Muccese, non si archivia. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata, dott. Giovanni Maria Manzoni, ha accolto in pieno l’opposizione presentata dai legali dei familiari del compianto sessantatreenne di Torino di Sangro (Chieti) contro la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura maceratese, ritrasmettendo gli atti al Pubblico Ministero titolare del fascicolo, dott.ssa Rosanna Buccini, e ordinando ulteriori indagini: riprendono dunque fiato le speranze di poter rendere giustizia alla vittima da parte della compagna, dei due figli, dei genitori e dei due fratelli della vittima, tutti assistiti da Studio3A e dall’avvocato Massimo Cesca, del foro di Macerata, e che erano rimasti profondamente amareggiati e sorpresi dalle conclusioni del Sostituto Procuratore.
Com’è tristemente noto il sinistro tra moto, che aveva destano sconcerto anche per la dinamica non comune, si è verificato sulla SS 256 all’altezza del chilometro 3+464, nel territorio comunale di Camerino (Mc). In estrema sintesi Aquilanti, che viaggiava in sella alla sua Bmw 1200R, e che, in un tratto con linea discontinua, dunque lecitamente, stava superando una Ford Fiesta, è entrato in contatto con la Ktm 1290 di G. M., 67 anni, di Ancona, che lo precedeva e che a sua volta si era apprestato a superare un furgone Iveco che procedeva, sempre nella stessa direzione, davanti alla Fiesta. Dopo l’urto i due centauri sono rimasti agganciati per un breve tratto per poi essere disarcionati dalle rispettive motociclette e rovinare sull’asfalto: G. M. è sopravvissuto, Aquilanti purtroppo no, è deceduto a causa dello shock emorragico acuto conseguente ai gravissimi politraumi riportati, specie a livello toracico.
Come da prassi il Pm inquirente ha iscritto nel registro degli indagati l’altro motociclista ma a conclusione delle indagini preliminari, il 13 ottobre 2023, ha chiesto di archiviare il procedimento a suo carico ritenendo, in buona sostanza, che questi non avesse responsabilità essendo stato tamponato dalla moto condotta dalla vittima e, in ogni caso, che gli elementi circostanziati raccolti non consentissero di “esercitare proficuamente l’azione penale nei suoi confronti, non raggiungendosi una prognosi certa di condanna” per citare l’atto.
Per essere assistiti, fare piena luce sui tragici fatti e ottenere giustizia i congiunti di Aquilanti si sono rivolti fin da subito, tramite gli Area Manager per l’Abruzzo, Mario Masciovecchio, e le Marche, Andrea Polverini, a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, unitamente all’avv. Massimo Cesca. Di fronte alle inattese e del tutto non condivisibili valutazioni del Sostituto Procuratore, Studio3A, che aveva già messo a disposizione come consulente tecnico per la parte offesa il medico legale dott. Mario Palpacelli, per partecipare alle operazioni peritali autoptiche disposte dalla Procura sulla salma all’indomani dell’incidente, ha affidato a un altro proprio perito di fiducia, l’ingegnere forense Mattia Strangi, l’incarico di realizzare una approfondita perizia per accertare con precisione dinamica, cause e tutte le responsabilità del sinistro, ed è emersa una ben diversa verità, che poi l’avvocato Cesca ha ben tradotto nella sua tempestiva opposizione alla richiesta di archiviazione presentata al Gip il 30 ottobre 2023, con allegata la consulenza tecnica integrale dell’ingegner Strangi. Oltre che dall’analisi dei mezzi, posti sotto sequestro, e dai verbali dei carabinieri di Camerino, che hanno effettuato i rilievi, anche e soprattutto dalla testimonianza, agli atti, del conducente della Ford Fiesta, che ha assistito in diretta a tutta alla drammatica scena, infatti, è risultato chiaramente che Aquilanti era già in fase di sorpasso di quest’ultima vettura quando G. M. ha a sua volta deviato a sinistra per superare il furgone. E’ stata quindi quest’ultima manovra a innescare la sovrapposizione delle traiettorie delle due moto e pertanto nessun tamponamento può essere addebitato alla vittima che, anzi, non ha potuto nulla per evitare l’impatto alla luce dello scarso spazio e tempo a disposizione per attivare un’azione frenante o una manovra di emergenza. Sotto questa luce appare quindi chiara l’esclusiva responsabilità dell’indagato nella causazione dell’incidente, o quanto meno un notevole concorso di colpa, di qui dunque la richiesta dell’avvocato Cesca al Giudice per le Indagini Preliminari di rigettare l’istanza di archiviazione e ordinare al Pm ulteriori indagini e, in particolare, la disposizione di una perizia cinematica sull’incidente che non è stata effettuata durante le indagini preliminari.