TERMOLI – Commozione e rispetto per Antonio D’Acci, il macchinista di 61 anni che ha trovato la morte per un improvviso malore nel pomeriggio del 26 marzo mentre era al comando del convoglio regionale 4193, che percorreva la tratta da Pescara a Sulmona.
Prima che il suo cuore cessasse di battere, D’Acci ha dimostrato il suo coraggio e la sua dedizione mettendo in salvo gli 87 passeggeri a bordo. In un momento di emergenza, ha prontamente fermato il treno in mezzo alla campagna, evitando così un potenziale disastro e assicurando la sicurezza di tutti a bordo.
I suoi colleghi di lavoro, insieme al personale di bordo, hanno immediatamente prestato soccorso, ma purtroppo ogni tentativo di rianimarlo è stato vano.
D’Acci ha trascorso quasi quattro decenni al servizio di Trenitalia, iniziando la sua carriera nel 1986 e avvicinandosi alla pensione con il passare degli anni. Originario di San Severo, nella provincia di Foggia, ha chiamato Termoli casa sua per anni, vivendo felicemente con la moglie Pina e i figli Alessia e Francesco.
La sua morte improvvisa ha sconvolto la comunità, e l’ondata di messaggi di cordoglio sui social media è stata una testimonianza tangibile del rispetto e dell’ammirazione che D’Acci ha guadagnato nel corso degli anni. “Ti ricorderemo con affetto e simpatia”, scriveva un amico. “Un grande gesto prima di morire”, commentava un altro.
Anche la Filt Cgil Nazionale, il sindacato dei trasporti, ha espresso il proprio cordoglio per la perdita di un “stimato macchinista”, un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita al servizio degli altri. Le loro condoglianze, insieme a quelle di tutta la nazione, vanno alla famiglia di D’Acci in questo momento di dolore e lutto.