Di Anna Bontempo
VASTO – «Il campo largo è difficilmente replicabile a livello locale, dove è possibile trovare un accordo su base civica». Parola di Gianluca Castaldi, coordinatore regionale dimissionario del Movimento 5 stelle. Con l’ex senatore vastese affrontiamo il tema delle elezioni comunali 2026 e dei possibili scenari politici. Sembra un appuntamento lontano, ma il ritorno alle urne fra due anni è un argomento che sta facendo discutere la politica locale. Nel 2021 il M5S si presentò con alcune liste civiche ad esso collegate all’appuntamento elettorale, schierando in campo come candidata sindaca Dina Nirvana Carinci, oggi consigliera comunale di minoranza. Cosa farà nel 2026?
Mentre nel centrodestra si ragiona sulla necessità di individuare «da subito» un candidato sindaco, come rimarcato di recente da Etelwardo Sigismondi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, nel centrosinistra il dibattito è sul «campo largo» sperimentato alle elezioni regionali del 10 marzo.
Che cosa ne pensa il Movimento? Sarà possibile replicare quella esperienza anche alle amministrative del 2026?
«Credo che a Vasto si comincerà tra poco a discutere sulla prossima sindacatura», dice Castaldi, «il campo largo non esiste. Esiste la possibilità di mettere insieme le persone. Ci può essere un accordo con persone che fanno riferimento a forze politiche, ma sicuramente con una connotazione civica e senza simboli. Non ci può essere alcun accordo con Italia Viva. Con il Pd si sta lavorando per fare accordi dove è possibile. È nata una fiducia tra i dirigenti delle due formazioni politiche che piano piano si stanno amalgamando per creare una alternativa, sia a livello nazionale che sul territorio».
Il M5S a Vasto sembra sparito dai radar della politica. Che cosa sta succedendo?
«A livello locale il Movimento è in fase di riorganizzazione e si ripresenterà forte alle prossime amministrative. C’è tanta gente che ha voglia di fare. Ci sono stati alcuni incontri con la presenza di oltre cinquanta persone. Dina Carinci è sola in consiglio comunale e ha addosso tutte le responsabilità di una forza di opposizione che qui a Vasto non ha legato con il Partito Democratico e quindi fa un lavoro faticoso. Io da esterno ci sarò per dare voce agli ultimi. Credo che il Movimento debba esserci per dare una mano a chi non ha voce. È l’unica forza che può farlo».
Perché si è dimesso da coordinatore regionale?
«Ho rimesso la mia delega non per il risultato elettorale, ma per delle condizioni interne a cui vanno secondo me trovate delle soluzioni. Attualmente la situazione è congelata, ma sono dimissionario. Continuo però a lavorare per il Movimento. Siamo stati giovedì a fare una riunione con Giuseppe Conte per cercare delle soluzioni alle problematiche dell’Abruzzo che poi sono problematiche che si rispecchiano in tutto il territorio».