LANCIANO – È stata presentata ieri in Senato, su iniziativa del senatore abruzzese di Fratelli d’Italia Etelwardo Sigismondi, la 62esima edizione della Fiera dell’Agricoltura di Lanciano, punto di riferimento nazionale per il settore che ogni anno registra migliaia di visitatori e centinaia di espositori.
«Oggi», ha dichiarato Sigismondi, «presentiamo la 62esima edizione della Fiera nazionale dell’agricoltura di Lanciano. Questa fiera è diventata negli anni un punto di riferimento del settore, riuscendo a uscire dai confini abruzzesi. Ha saputo ritagliarsi un ruolo e diventare vetrina di un mondo che solo in Abruzzo dà lavoro a 80mila persone. Questo è un settore che, grazie al governo Meloni e al ministro Lollobrigida, sta assumendo una centralità prima di oggi negata. Grazie al nostro esecutivo aumentano, infatti, gli investimenti e l’agricoltura diventa centrale nelle politiche nazionali ed europee».
Gli ha fatto eco il senatore di Fratelli d’Italia Guido Quintino Liris, che ha sottolineato: «La Fiera dell’Agricoltura di Lanciano, giunta alla sua 62esima edizione, è diventato un momento di attrazione per gli operatori del settore che ormai è uscita dai confini regionali dell’Abruzzo e che oggi ha un respiro di carattere nazionale. L’agricoltura vive un momento di difficoltà e proprio per questo, come ha ricordato ieri la premier Meloni nell’aula del Senato, è diventata un argomento centrale anche a livello europeo e internazionale. Un settore che vede l’Italia, con questo governo, assolutamente protagonista nelle politiche comunitarie e mi auguro che nella Fiera, lo dico da medico, trovi anche uno spazio dedicato alla medicina del lavoro dedicata all’agricoltura».
Infine, il presidente della Commissione Agricoltura a Palazzo Madama, Luca De Carlo, ha concluso: «Fiere come questa sono uno strumento importante. Veniamo da 20 anni di narrazione in cui si diceva che l’agricoltura è contro l’ambiente. Si parlava di un settore che inquina e di agricoltori predoni dell’ecosistema. Oggi, noi, spieghiamo il contrario e cioè che se gli agricoltori non avessero continuato a lavorare, oggi avremmo avuto un mondo peggiore. Quella italiana è l’agricoltura più sostenibile del mondo. E lo è da prima che lo dicesse l’Europa. La narrazione, dunque, va cambiata. Vanno rimessi al centro la produzione e i lavoratori, altrimenti ciò che ci aspetta è smettere di produrre e magari nutrirci di cibi sintetici, o di insetti. Non a caso siamo stati i primi a opporci sia ai cibi sintetici, sia a quelli a base di insetti. Queste abitudini non sono altro che un tentativo di sradicare la nostra cultura. Qualcosa che è in antitesi con quanto fiere come questa dimostrano. Dobbiamo orientare la nostra agricoltura sulla qualità, difendendo la nostra produzione che è la migliore del mondo. Ci battiamo per un’Europa che non specula, una Ue delle nazioni e dei popoli. Non a caso vorremmo che con la revisione della Pac, questa possa tornare a essere uno strumento che sostenga il reddito e l’approvvigionamento. Smettere di produrre non è la soluzione, ma bisogna fare di più e meglio. La decrescita felice non esiste».