Di Anna Bontempo
VASTO – Anna Bosco, 33 anni, in politica dal 2013 e assessore comunale dal 2016, si racconta dopo le recenti elezioni regionali che l’hanno vista salire sul podio delle donne più votate. Del tutto ragguardevole il bottino di preferenze conquistato – 5.112 voti – che, però, non le hanno consentito di fare ingresso a Palazzo dell’Emiciclo dove la rappresentanza femminile è piuttosto esigua: tre donne elette tra maggioranza e minoranza.
È stata la donna più votata del Pd e la terza in Abruzzo alle elezioni regionali. È soddisfatta di questo risultato?
«Assolutamente si, mi gratifica molto il consenso che gli elettori di Vasto e della Provincia di Chieti mi hanno voluto accordare. Credo che dopo tutti questi anni di amministrazione sia stata una bella risposta, gratificante e motivante, per fare di più e meglio in futuro. Ovviamente i voti ottenuti, 5.112, non sono stati sufficienti a far scattare un altro seggio per il Pd in Provincia di Chieti. Questo dispiace, però rappresenta una base di lavoro che non deve essere dispersa e vanificata. Anzi bisogna lavorare ancora di più e meglio. Ripartire da quel consenso e attestare vicinanza e supporto ai territori, ai comuni, alle realtà della Provincia di Chieti, che comunque si sono avvicinati al nostro progetto politico, l’hanno apprezzato e l’hanno sostenuto elettoralmente e quindi si aspettano che si continui anche nei prossimi cinque anni a dare delle risposte nel loro interesse».
In questa tornata elettorale ci sono state molte candidate, ma poche elette. La parità è ancora lontana in politica?
«Sì, le donne sono state tante. In realtà uscivamo da un contesto regionale in cui la rappresentanza femminile non era al massimo. Anche nella precedente giunta regionale c’era una sola donna. Quindi il mio auspicio era che la rappresentanza femminile potesse aumentare. Non è un buon segnale se si considera che tra 31 eletti le donne sono solo tre, tra maggioranza e minoranza. Questo nonostante la parità venga di fatto proclamata, se ne parli di più e c’è una sensibilità crescente. Credo che ci sia bisogno di intervenire anche a livello normativo perché, oltre ad essere proclamata, la rappresentanza femminile venga di fatto garantita. Quindi sulla questione femminile va fatto un discorso più approfondito. L’obiettivo della parità di genere è sostanzialmente ancora distante. Purtroppo anche in Abruzzo paghiamo il prezzo di questa evidenza».
È rimasta delusa per essere rimasta fuori dal consiglio regionale?
«Sono delusa rispetto al risultato generale delle votazioni, perché auspicavo un quinquennio diverso con Luciano D’Amico, ma non sono delusa per il mio risultato personale. Ho sempre vissuto la politica come un servizio, come mettersi a disposizione dei cittadini. La prova vera è quella, cioè riscontrare la fiducia delle persone. Nel mio caso ho avuto un consenso forte ed importante e di questo sono contenta perché se ti accordano fiducia significa che ti vedono in quel ruolo e si aspettano che tu possa fare qualcosa e ti riconoscono nella validità di quel servizio che vuoi svolgere per la collettività. Poi nel mio caso è stata la legge elettorale a penalizzarmi. La legge va rispettata. Sono comunque serena».
Ritiene di essere stata sufficientemente supportata dal suo partito?
«Sì, assolutamente. Ringrazio il Partito Democratico, insieme ai suoi dirigenti, per aver condiviso la scelta della mia candidatura e per essersi mostrato apparato, sia a supporto della candidatura di Luciano D’Amico sia di quelle territoriali. Credo che al Pd vada riconosciuto di aver fatto la parte del leone in questa campagna elettorale. Per me che ho vissuto in questi ultimi sette anni quasi esclusivamente Vasto avere l’occasione di poter incontrare il Vastese, tanti circoli e tante realtà locali più piccole con problematiche totalmente diverse rispetto ad una città come Vasto, è stato molto formativo e non sarebbe stato possibile senza il Partito Democratico».
Pensa che dopo questo importante successo elettorale possa ritagliarsi un ruolo di leadership nel partito, anche da spendere alle prossime elezioni comunali del 2026?
«Sicuramente quello che intendo fare è capitalizzare questo consenso e valorizzarlo politicamente, dedicandomi di più e meglio all’attività politica. Il discorso delle comunali mi sembra prematuro, non metto il carro davanti ai buoi. Le candidature sono frutto di concertazione. Io sono contraria alle autocandidature e alle autoproclamazioni. Non mi metterei mai avanti da sola. Sicuramente sento una responsabilità diversa. Aiuterò i consiglieri eletti a lavorare a favore del territorio dove si aspettano di vedere i candidati non soltanto in prossimità delle elezioni. Spero di poter crescere politicamente anche sotto quel punto di vista. Su una mia futura candidatura alle elezioni amministrative non mi posso esprimere».