VASTO – Doppio appuntamento al Teatro Rossetti: oggi e domani il paco del teatro vastese ospiterà il grande Jazz di Aaron Goldberg e la prosa di Domenico Iannacone, che porterà in scena lo spettacolo “Che ci faccio qui?”.
Dal Rossetti descrivono i profili dei due artisti: «AARON GOLDBERG. Nativo di Boston, il 49enne pianista americano ha assunto anche in Europa una notevole popolarità grazie alle sue esibizioni che contemplano spettacolarità e una profondità sempre più crescente nel tempo. Fortemente ispirato dai classici e in particolare dal pianista giamaicano Monty Alexander, Aaron è dotato di grande senso dello swing , ma la sua curiosità lo ha portato ad appassionarsi sia alla musica brasiliana, in particolare alle composizioni di Antonio Carlos Jobim che propone in ogni suo show, sia alla musica europea colta, e per tale motivo è a tutto titolo da annoverare nell’ambito di quel nucleo di musicisti che negli anni novanta hanno prodotto il nuovo jazz. Dotato di grande prestanza strumentale e di un attacco ritmico-melodico di grande gusto, sin dai primi anni della sua carriera è stato oggetto di attenzione da parte di alcuni tra i più importanti musicisti di jazz da Michael Brecker a Kenny Garreth, da Mark Turner a Kurt Rosenwinkel, e in particolare da Joshua Redman con cui intrattiene da più di vent’anni un intenso rapporto di collaborazione artistica guadagnandosi l’appellativo di Pianista delle Stars del jazz. DOMENICO IANNACONE Le storie più straordinarie sono quelle che ci passano a fianco senza che ne accorgiamo. Spesso sono così piccole che bisogna andare a cercarle tra le tante cose che non valgono nulla. Il racconto televisivo neorealistico di Domenico Iannacone si cala nel teatro di narrazione e trasforma le sue inchieste giornalistiche in uno spazio intimo di riflessione e denuncia. Il palcoscenico diventa luogo fisico ideale per portare alla luce quello che la televisione non può comunicare. Le storie così riprendono forma, si animano di presenza viva e voce e tornano a rivendicare il diritto di essere narrate. Iannacone rompe le distanze, prende per mano lo spettatore e lo accompagna nei luoghi che ha attraversato, lo spinge a con- dividere le emozioni, i ricordi, la bellezza degli incontri e la rabbia per quello che viene negato. Il teatro di narrazione diventa in questo modo anche teatro civile in grado di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste. Mentre le immagini aprono squarci visivi, facendoci scorgere volti, case, periferie urbane ed esistenziali, le parole dilatano la nostra percezione emotiva e ci permettono di entrare, come una voce sotterranea, nelle viscere del Paese».
Gli appuntamenti sono previsti per oggi, 17 marzo, alle 18 e per domani, 18 marzo, alle 21.