Di Anna Bontempo
VASTO – Che fosse una “macchina da guerra” lo sapevano in molti. Ma che avrebbe preso 9.635 preferenze guadagnandosi il titolo di donna più votata in Abruzzo alle ultime elezioni regionali forse non era del tutto prevedibile. Per Tiziana Magnacca, sindaca di San Salvo dal 2012 al 2022 ed attuale presidente del consiglio comunale è stato un vero e proprio exploit. Per lei è certo un posto nella futura giunta regionale guidata dal riconfermato presidente Marco Marsilio, con deleghe “pesanti”. Ne parliamo nel corso di una intervista che spazia tra la politica e il privato.
Come ci si sente ad essere la donna più votata d’Abruzzo?
«Provo un sentimento di gratitudine immensa per le persone che mi hanno sostenuto e che hanno sostenuto una donna, e chiaramente anche un pizzico di orgoglio. Ho cercato in questi anni di picconare quel tetto di cristallo che noi donne abbiamo sulla testa e grazie ai sansalvesi, ai vastesi e ai cittadini di tutta la Provincia di Chieti ci sono riuscita».
Una bella soddisfazione, ma anche tanta responsabilità.
«Sono sempre stata convinta che ruoli ed incarichi pubblici, oltre che essere motivo di orgoglio personale, debbano essere momenti di assunzione di responsabilità. Perché si deve avere la possibilità di incidere sulla realtà e se la realtà va cambiata bisogna avere la determinazione, la volontà, la capacità e la forza morale per cambiarla. E’ chiaro che è un conferimento di responsabilità che è arrivato da tutto il Vastese».
Si profila un importante incarico nella giunta regionale?
«La mia designazione come assessore risponderebbe a tutti i requisiti che ha citato Marsilio: quello dei numeri, del merito e delle competenze. Sono stata consigliere di opposizione, sindaco per dieci anni, presidente del consiglio comunale. Ho rivestito a titolo del tutto gratuito diversi incarichi sovracomunali come nel Gal e nell’Agir. Sono stata presidente dell’associazione dei comuni, sono nel direttivo regionale dell’Anci e nel consiglio nazionale dell’Anci. Ho fatto per un breve periodo anche una esperienza nel trasporto pubblico locale. Diciamo che le competenze, per quello che ho potuto maturare in questi quindici anni, ci sarebbero. Sono donna e conoscendo la serietà del presidente Marsilio non potrebbe fare niente di diverso per rispettare la provincia di Chieti e soprattutto questa parte più a sud della Provincia».
Pensa ad una delega pesante?
«Deciderà il presidente. Anch’io da sindaco ho sempre deciso io. Credo che tutte le deleghe siano pesanti, anche quelle che non lo sono dal punto di vista del bilancio, in realtà possono rivelarsi pesanti perché in grado di portare benefici all’Abruzzo, pur non avendo un peso enorme dal punto di vista del bilancio. Penso allo sport o al turismo che non hanno grandi fondi, ma se si azzeccano le politiche giuste diventano pesanti per le ricadute che hanno. E’ chiaro che la Provincia di Chieti potrebbe aspirare a quelle deleghe che sono più vicine alla sua vocazione, come agricoltura, attività produttive, turismo, ma anche lavoro e welfare».
Cosa porterà in regione della sua esperienza da sindaco?
«Sicuramente una grande concretezza e il buon senso che è tipico delle donne, ma che ho acquisito anche facendo il sindaco. Come la capacità di trovare il punto di caduta tra posizioni diverse: questo territorio ha la necessità di ritrovarsi unito. Questa capacità bisogna ritrovarla. Chi ha più responsabilità deve metterla a disposizione per ritrovare l’unità di intenti di un territorio e di una provincia. Poi l’entusiasmo, la voglia di fare che spingono ad agire in maniera efficace ed efficiente. Sono le caratteristiche del sindaco insieme al coraggio delle decisioni».
Pensa che sia più impegnativo fare il sindaco o l’assessore regionale? Oppure i due impegni si equivalgono?
«Io ho grandissimo rispetto per il ruolo dei sindaci. Credo che in termini di fatica i due impegni si equivalgono, ma in termini di responsabilità anche giuridica il sindaco ha più responsabilità dell’assessore regionale. Se cade un masso da una montagna sotto indagine va il sindaco. Se un bimbo si schiaccia il dito in una scuola il sindaco è ritenuto responsabile penalmente. L’assessore regionale si porta sulle spalle la popolazione di una intera regione e quindi deve sentirsi coinvolto pienamente nel buon esito delle proprie azioni. E quindi è responsabile rispetto alla platea delle persone verso le quali è rivolta la sua azione amministrativa».
Una volta diventata assessore continuerà anche a svolgere il ruolo di presidente del consiglio comunale di San Salvo?
«Intanto aspettiamo la proclamazione. Non ho alcun interesse a fare incetta di incarichi. Io immagino il potere come la possibilità di fare le cose, quindi non ho alcun interesse a mantenere incarichi pubblici di questo tipo, inoltre dobbiamo far crescere anche la nostra squadra di governo della città. C’è poi la necessità di continuare a formare chi nel 2027 sarà chiamato alla nuova responsabilità amministrativa».
Come pensa di conciliare il nuovo incarico politico con la famiglia?
«È sicuramente l’aspetto più faticoso, quello che genera più sensi di colpa. Tuttavia penso che la nostra vita vada vissuta anche nel nome di ideali e nel cercare di fare del bene agli altri. La politica è soprattutto questo, come diceva Luigi Sturzo. Per fortuna ho una rete familiare molto salda e unita. Cercherò di portare avanti il mio nuovo impegno con l’aiuto della mia famiglia e di mio marito. Cercherò di tornare tutte le sere a casa come fa la premier Giorgia Meloni. Ce la faremo. Voglio che mio figlio sia orgoglioso di me. Voglio lasciargli un esempio positivo».