VASTO – Sono talmente tante che periodicamente, per non dimenticarne qualcuna, bisognerebbe ripercorrerne la storia. E tutte o quasi tutte hanno un comune denominatore: i tempi, praticamente infiniti, che intercorrono tra il momento che se ne comincia a parlare e quello della effettiva entrata in servizio. Dieci, venti, trenta anni di attesa, e a volte anche di più, tanto che i cittadini non ci fanno quasi più caso, anzi se ne dimenticano proprio!
Spesso abbiamo sentito ripetere dagli amministratori di volta in volta succedutisi alla guida dell’Amministrazione vastese, che “quei ritardi non dipendono da loro inadempienza bensì dal fatto che la competenza per quell’opera appartiene ad altro Ente pubblico”. E così, con una giustificazione del genere si mettono il cuore in pace e lasciano trascorrere spesso lustri e decenni – con buona pace dei cittadini – con il risultato che la città resta indietro rispetto alle altre realtà circostanti dove le iniziative soprattutto di tipo infrastrutturale vanno avanti spedite, ad una velocità decisamente superiore. Come se loro non fossero stati eletti dai cittadini della loro città per occuparsi di risolvere le cose che non funzionano, per tentare almeno di trovare soluzioni ai tanti problemi grandi e piccoli che ingessano la vita della loro città. E qui bisognerebbe almeno chiedersi come mai?
Tempi biblici, significa, quasi sempre, aumento dei costi di realizzazione dell’opera, che si traducono, ovviamente, in maggiori esborsi a carico dei già tartassati cittadini. Costoro sono i primi a subire le varie conseguenze di tali ritardi, sia direttamente che indirettamente. La
città diventa meno attraente quando le opere subiscono continui ritardi, pensiamo ad esempio ai turisti che nelle loro città convivono con servizi efficienti ed invece qui da noi devono, oltretutto pagando, accontentarsi dell’acqua potabile razionata, dei divieti – nonostante la Bandiera Blu – di balneazione in certi tratti di spiaggia, di una caotica circolazione di auto e di un traffico pesante che ancora taglia in due la nostra marina, e ci fermiamo qui per amore di Patria! Come si comporteranno costoro – secondo voi – l’anno successivo? Torneranno ancora a Vasto o cambieranno località per trascorrere le loro agognate ferie evitando così tanti problemi? E non parleranno certamente bene della nostra città con la cerchia delle loro conoscenze, ovviamente.
Nuovo ospedale, variante alla statale 16, tribunale da sempre in bilico tra chiusura e proroghe, reti fognaria ed idrica da rifare, raccordo ferroviario tra stazione di Porto di Vasto e Porto di Punta Penna, ampliamento del Porto, completamento della Via Verde della Costa dei Trabocchi, Terminal Bus, riqualificazione dell’area di risulta dell’ex stazione ferroviaria di Vasto, ristrutturazione strutturale e funzionale dell’ex asilo Carlo Della Penna. Queste a grandi linee sono le opere che attendono – alcune da vari decenni – di vedere scritta a caratteri cubitali la parola FINE. E finché tali opere non saranno completate e definitivamente messe in funzione (si pensi per esempio all’importanza strategica di dare finalmente un nuovo volto alla Marina di Vasto mettendo mano al suo centro naturale ovvero tutta l’area dismessa dell’ex stazione ferroviaria! Quale ossigeno per il turismo rappresenterebbe questa sistemazione!) la nostra città, per quanto possa desiderare di crescere, resterà sempre parzialmente incompiuta e non in grado di fare significativi passi in avanti. E a soffrirne di più sarà proprio il comparto turistico, diventato nel tempo sempre più esigente e selettivo nella scelta delle locations dove trascorrere
tranquilli momenti di riposo.
Prendiamo ad esempio il Terminal Bus di Via dei Conti Ricci, vero biglietto da visita per chi arriva in città utilizzando mezzi pubblici. La necessità di una sua riqualificazione in chiave moderna e funzionale si avvertiva già da moltissimo tempo. La prima riunione operativa sui
lavori da eseguire – come ci ha ricordato alcuni giorni fa un amico operatore del trasporto pubblico – si è tenuta nel 2009, cioè soltanto 15 anni fa, ed ancora l’opera non è stata completata, anzi, addirittura, ha già subito per mano di ignoti vandali danni di una certa consistenza ad alcune installazioni da poco posizionate. Pensiline ridicole che non riparano neanche dal sole, auto private che circolano all’interno dell’area riservata agli autobus creando grave pericolo, mancanza di adeguata segnaletica per i viaggiatori, cartelli che indicano gli orari dei pullman complicati ed illeggibili, mancanza di una biglietteria e/o di un infopoint, assenza di cestini raccogli carta, difficoltà
di interscambio con il servizio pubblico urbano e quello dei taxi.
Non sono cose difficili e impossibili da realizzare, basterebbe veramente poco! Ma sono necessarie perché l’intero impianto possa essere utilizzato al meglio dai viaggiatori, fornendo la necessaria prima assistenza e accoglienza in particolare a coloro che arrivano da fuori città. Di fronte a ritardi tanto evidenti non possono esserci giustificazioni che tengano. Bisogna soltanto avere la necessaria determinazione per individuare e poi risolvere i problemi che sono a monte, spesso di natura amministrativa o burocratica, attraverso un costruttivo dialogo tra le componenti interessate. Ed il gioco è fatto! Bisogna amare profondamente il proprio lavoro e la propria città ricordando che gli amministratori sono stati scelti dal popolo per occuparsi di migliorare la qualità della vita dei cittadini anche attraverso l’efficientamento dei principali servizi urbani.
Di Giorgio Di Domenico (Vasto Domani)
Senza parole
Tranquilli, che con i nuovi politici tutto si risolvera’ in quattro e quattr’otto. Qualcuno andasse a vedere l’ospedale di Vasto e chiedere come sono i servizi di assistenza. Altro che ospedale nuovo!