AVEZZANO – Nell’ambito di un’operazione condotta dalla Compagnia di Avezzano delle Fiamme Gialle, è emerso un intricato schema di frode legato a un’attività di “compro oro” operante nel territorio marsicano.
L’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano, dott.ssa Chiara Lunetti, ha rivelato un modus operandi estremamente sofisticato adottato dal titolare e da un suo stretto collaboratore. Questi, al momento della ricezione di oggetti preziosi dai clienti, facevano firmare schede compro-oro in bianco, omesse di dati fondamentali previsti dalla legge, come i dati identificativi dei soggetti e le modalità di pagamento. Successivamente, compilavano le schede con i dati di altri clienti ignari, occultando così la reale provenienza del metallo prezioso.
Le indagini hanno portato alla luce circa 300 operazioni commerciali documentate da schede falsificate, coinvolgendo una vasta cerchia di clienti che hanno negato di aver conferito oltre 4 chilogrammi di oro di dubbia provenienza, per un valore stimato di 110.000 euro.
Il titolare e il suo collaboratore sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per violazioni alla normativa antiriciclaggio, oltre che al Ministero dell’Economia e all’O.A.M. per violazioni alla normativa sull’esercizio dell’attività dei compro oro. Inoltre, sono state contestate violazioni alle leggi di pubblica sicurezza per l’inosservanza del provvedimento di sospensione della licenza, in quanto il titolare ha continuato l’attività di compravendita di oro usato nonostante il divieto.
L’indagine ha inoltre rilevato violazioni fiscali e lavoristiche per un valore di 1.500.000 euro, oltre a violazioni in materia di ritenute erariali e contributi previdenziali legate alla posizione irregolare di una lavoratrice.