VASTO – Oggi pubblichiamo la terza intervista agli ex sindaci di Vasto sul passato e il presente della città dal punto di vista di chi ha amministrato e ne detiene la memoria storica. Dopo Antonio Prospero, che ha focalizzato la sua attenzione sul verde urbano, e Giuseppe Tagliente che ha evidenziato la mancanza di “pianificazione” e di “programmazione” dell’attuale amministrazione comunale, abbiamo intervistato Filippo Pietrocola, primo cittadino dal 2001 al 2006 e ultimo sindaco del centrodestra. A lui abbiamo rivolto alcune domande per analizzare cambiamenti, problematiche e prospettive.
Lei è stato sindaco fino al 2006 come è cambiata Vasto in questi 18 anni?
«Ci sono delle cose in cui è cambiata in meglio, altre in peggio. Ma tutto sommato non è cambiata moltissimo se pensiamo ai grossi problemi che ci portiamo atavicamente dietro. Dal punto di vista dell’offerta turistica, che è molto cresciuta ed aumentata, nonostante ci siano varie pecche, ci sono molti B&B e c’è la pista ciclabile. Del resto qualsiasi cosa vada ad arricchire l’offerta turistica è la benvenuta. Ci sono delle cose in cui è cambiata in peggio. Mi riferisco, ad esempio, alla sanità: con la popolazione che aumenta di età e che per fortuna vive di più, ci sarebbe bisogno di più prevenzione. Penso agli anziani che vivono soli e che vengono lasciati in balia di se stessi, mentre invece andrebbero seguiti di più anche dal punto di vista psicologico».
Dal 2006 ad oggi la città è amministrata dal centrosinistra. Quali sono stati gli errori del centrodestra di cui è stato l’ultimo sindaco?
«Abbiamo fatto centinaia di errori. Il primo di tutti è stato quello di voler privilegiare la logica della sostituzione. Non siamo stati capaci di fare politica in maniera diversa. La gente aveva voglia di cambiare, noi non siamo stati in grado di cambiare noi stessi, perché poi è iniziata la lotta che si trascina ancora oggi. Ricordo, ad esempio le primarie tra Giuseppe Tagliente e Massimo Desiati per la scelta del candidato sindaco del centrodestra alle elezioni amministrative del 2016. Come si poteva andare al voto dopo aver fatto delle primarie così laceranti? E poi i personalismi e le ambizioni personali. Io non mi tiro fuori da queste logiche, ma devo dire che uno dei miei mantra è stato sempre quello di non smettere mai di lavorare. Non ho mai voluto diventare un politico di professione. Perché sapevo che il mio lavoro sarebbe stato la mia catena, ma anche la mia libertà. Non avevo nessuna intenzione di dedicarmi anima e corpo alla politica».
Se le venisse richiesto che consiglio darebbe al sindaco Francesco Menna?
«In realtà al sindaco Menna ogni tanto do consigli, richiesti o non richiesti. Ci confrontiamo, ci incontriamo per strada e devo dire che lui è abbastanza attento alle istanze che provengono da persone diverse da lui. Abbiamo vent’anni di differenza, siamo diversi per età, per generazione, per cultura politica e per input familiari. Io stesso sono entrato in un partito di destra perché mio padre era un esponente di destra. In ogni caso se dovessi dargli un consiglio gli suggerirei di potenziare la viabilità sulla Statale 16 e di non correre dietro alla utopia del nuovo ospedale. Se non si è fatto in questi ultimi trent’anni un motivo ci sarà. L’attuale presidio che sta al centro della città, tanto vituperato, è al di là di tutto quello che si dice, una struttura dove i problemi si risolvono. Del resto sfido chiunque a dire di essersi trovato malissimo all’ospedale di Vasto».
Secondo lei l’opposizione svolge in maniera adeguata il proprio ruolo?
«Vedo che ci sono spesso motivi pretestuosi. Non si può fare opposizione sul concerto di Jovanotti. Bisognerebbe farla invece sull’utilizzazione vera e propria del litorale. Ci devono essere delle proposte concrete. L’opposizione oggi non deve opporsi, deve proporre delle soluzioni diverse su questioni che l’amministrazione sta, secondo la minoranza stessa, svolgendo male o non svolgendo. Una delle prime cose da fare, secondo me, è capire come utilizzare la spiaggia, che non può essere lasciata in balia di un precariato imprenditoriale. Io personalmente non farei un investimento sul litorale se non avessi la certezza di avere un congruo numero di anni a disposizione per recuperare le somme investite e guadagnarci sopra».
Sono molto d’accordo con l’analisi del dottor Filippo Pietrocola ex Sindaco di Vasto
GRANDE UOMO
Finalmente un’analisi intelligente e razionale che contiene una doverosa autocritica sull’evoluzione politica della nostra città!