CASALBORDINO – Si è tenuta ieri, 25 febbraio, la 39esima edizione della LifeStar Malta Marathon. La gara non è partita sotto i migliori auspici, i circa 2.400 partecipanti, infatti, si sono ritrovati a correre i 42 km che li separavano dal traguardo sotto pioggia battente e forte vento. I fattori meteo, sommati con la difficoltà del tracciato, che si snoda tra salite e discese dalla partenza a Mdina, passando per La Valletta fino ad arriva a Sliema, hanno messo a dura prova il fisico degli atleti.
Nonostante tutti i fattori avversi il casalese Umberto D’Agostino, classe 1991, non si è lasciato intimidire e ha portato a casa un risultato straordinario: 24° piazzamento assoluto e primo tra i circa 200 italiani presenti, con un tempo di 2 ore, 54 minuti e 55 secondi, che su un percorso come quello di Malta è davvero eccezionale.
Umberto, dopo la gara, ha raccontato ai microfoni di Zonalocale le sue sensazioni e il percorso che lo ha portato a tagliare questo nuovo importante traguardo.
Raccontaci un po’ di quest’ultima gara, come è andata? Sei soddisfatto del risultato?
«È stata una gara assolutamente impegnativa, sia per quanto riguarda le condizioni meteo, si per il percorso, che nel caso di Malta non è pianeggiante ma bensì collinare. Si partiva in discesa e dopo diverse salite siamo arrivati a La Valletta, da li abbiamo continuato verso Sliema. Si tratta di un percorso con belle pendenze, il dislivello complessivo è di oltre 200 metri. In ogni caso si tratta di una bellissima manifestazione, che ha visto moltissimi partecipanti, ma anche molti ritiri perché le condizioni precarie del tracciato, unite a vento e acqua, su 42 km, non sono semplici da affrontare. Mi sono divertito davvero tanto però e l’anno prossimo sarò di nuovo qui, verrà anche mio fratello Francesco. Il risultato, ad essere sincero, non me lo aspettavo: sono stato contentissimo, dopo la gara sono stato premiato anche dall’Ambasciata italiana. Essere primo tra gli atleti italiani non è mai scontato o semplice».
Da dove nasce la passione per l’atletica? Qual è stato il tuo percorso in questo sport?
«La passione per la corsa è nata circa 12 anni fa, prima gareggiavo in bicicletta ma poi durante gli anni dell’università, per mancanza di tempo, ho cominciato a correre, diciamo così, “per scherzo”. Poi gli stimoli per questo sport sono aumentati, soprattutto stando in compagnia di amici che condividevano la passione e cominciando con le prime gare a livello locale. Poi da lì ho sentito la spinta per andare oltre, guardare anche fuori dal territorio, e sono cominciati ad arrivare risultati importanti, come la partecipazione alla maratona di New York del 2023».
Cosa diresti ad un ragazzo che vuole approcciarsi alla tua disciplina? Qual è il punto di partenza?
«Il punto di partenza nell’atletica, come in tutti gli altri sport, è il sacrificio. I risultati non arrivano in un mese o in un anno, ma sono l’insieme di tanti sacrifici e tanta resilienza. È questa la prima cosa che direi ad un giovane che vuole approcciarsi alla corsa. Ognuno ha i suoi obiettivi, è importante non strafare, in questo sport non bisogna mai dare nulla per scontato e non bisogna abbattersi al primo ostacolo. I risultati, se ci mettiamo testa e impegno, arrivano».