Di Anna Bontempo
VASTO – Iniziamo, da oggi, la pubblicazione di una serie di interviste agli ex sindaci di Vasto. Cominciamo con Antonio Prospero, che ha guidato il Comune dal 1979 al 1983. Con lui affrontiamo il tema del verde, argomento di strettissima attualità, alla luce dei tanti abbattimenti che si sono registrati in questi ultimi otto anni. Molti degli alberi tagliati – per ultimo quelli della Villetta Due Pini – erano stati messi a dimora negli anni Ottanta, durante l’amministrazione Prospero. Ecco il pensiero dell’ex sindaco su quello che sta accadendo in città.
«Durante la mia amministrazione c’è stata la chiara volontà di dotare la città di verde», attacca Prospero, «in ogni nuova zona abbiamo quindi creato giardini e angoli di verde. Abbiamo piantumato alberi lungo le strade, come via San Nicola, via Ciccarone, via Incoronata, Vasto Marina. Eravamo convinti che la città doveva essere abbellita e nello stesso tempo dare la possibilità ai cittadini di non vedere solo cemento. Insieme all’allora assessore Roccarlo Iacovitti abbiamo messo a dimora tanti alberi. Vedere oggi la nostra città con alberi che vengono decapitati regolarmente presta il fianco ad una serie di considerazioni, anche di tipo politico. La sinistra che doveva essere paladina del verde, con una attenzione particolare alla città da questo punto di vista, sta facendo esattamente il contrario, mostrando disattenzione nel modo più assoluto».
L’attuale amministrazione ha criticato, a più riprese, la messa a dimora, in passato di pini, alberi che a suo dire, non sono adatti al contesto urbano. Cosa risponde?
«Noi ci siamo sempre consultati con degli agronomi. Abbiamo messo a dimora pini e privilegiato gli oleandri che sono tipici della macchia mediterranea. È stata una scelta fatta in quegli anni, ma ripeto, concordata con gli esperti del settore e con agronomi che andavano per la maggiore in quel periodo. I nostri agronomi di riferimento erano Aquilano, il professor Fregoni che era un esperto di viticoltura e consultavamo anche il Corpo Forestale. Non abbiamo mai pensato di piantare gli alberi senza il supporto tecnico».
In questi ultimi otto anni sono stati abbattuti centinaia e centinaia di alberi, alcuni notoriamente sani, con svariati motivi tra cui la sicurezza e la salvaguardia dell’incolumità dei cittadini.
«Ci sono tante soluzioni per salvare gli alberi. Mica si devono abbattere per forza. Per far crescere un albero ci vogliono tanti anni, non si possono abbattere a cuor leggero senza prima vagliare altre soluzioni. E se deve essere abbattuto deve essere sostituito. Non avevamo il regolamento del verde, ma ci facevamo guidare dal buon senso. In tutte le città italiane che visito c’è la massima attenzione verso il verde. Non posso dire altrettanto per la mia città».
Nei mesi scorsi il Comitato cittadino Amici degli alberi ha organizzato un sit in alla Villetta Due Pini contro il taglio degli alberi. In quella occasione lei era presente insieme ad un ex assessore della sua giunta, l’ingegner Edmondo Laudazi.
«Non sono stati abbattuti solo degli alberi sani che erano stati messi a dimora negli anni Ottanta, è mancato anche il dialogo democratico. La nostra attività amministrativa sulla città era basata su un dialogo costante con i cittadini. Prima di prendere qualsiasi decisione c’era un costante dialogo. Le decisioni vanno prese sentendo i cittadini che non vanno avvicinati solo nel periodo elettorale. A me sembra che questa amministrazione non si comporti allo stesso modo e stia facendo il contrario di quello che abbiamo fatto noi. Mi ricordo che quando abbiamo avuto la necessità di togliere alcune piante di oleandro per fare un parcheggio ci siamo preoccupati di metterle a dimora altrove. Questo bisogna fare. La città và vissuta stando in mezzo alla gente e visitandone ogni angolo».
A distanza di tanti anni come è cambiata Vasto?
«Mi dispiace ma devo dire che è peggiorata. Qualsiasi persona torni a Vasto dopo molti anni mi lascia questo feedback. Mi auguro che ci possa essere da parte dei vastesi uno scatto di orgoglio per riportare la città al suo ruolo di guida del comprensorio».