VASTO – Ada De Vincentiis, mamma di due ragazzi adolescenti nello spettro autistico, si è trasferita da circa 1 anno e mezzo a Vasto da Napoli. Ada cercava un ambiente più tranquillo per i suoi figli, un ambiente dove i ragazzi potessero scoprire, imparare, crescere e rendersi più indipendenti. Si è scontrata, però, con la realtà del nostro territorio che, oltre alle terapie canoniche, ha ben poco da offrire per quanto riguarda la crescita e l’inserimento nel mondo di ragazzi adolescenti nello spettro dell’autismo.
Ada ha così deciso di lanciare un appello sulle pagine di Zonalocale per cercare di sensibilizzare i genitori e le associazioni, affinché si faccia causa comune per cercare di creare anche a Vasto una rete sociale in grado di proporre iniziative per i ragazzi autistici e di aiutarli a sviluppare i loro progetti di vita futuri.
«Sono un’insegnante e mi occupo da tutta la vita di educazione e comportamenti. Ci siamo trasferiti a Vasto da Napoli per cercare un ambiente più tranquillo per i miei figli, meno caotico, ma ci siamo accorti che oltre alle terapie canoniche, che vanno benissimo quando si tratta di bambini, per i ragazzi la possibilità di fare esperienza fuori dalla terapia era pari a zero. I miei figli hanno 13 e 15 anni, frequentano le scuole secondarie e per loro manca la possibilità di svolgere tutte quelle attività di supporto alle terapie che sono fondamentali per lo sviluppo di un ragazzo nello spettro autistico. Purtroppo, con questa mancanza di esperienze, la personalità dei ragazzi fa fatica ad emergere».
Ada continua: «Bisogna far passare il messaggio, soprattutto nei confronti dei genitori: non è tutto nella clinica, le terapie e le diagnosi sono importanti ma non aiutano con il progetto di vita di questi ragazzi. Una volta superata l’età evolutiva c’è bisogno per loro di fare qualcosa in più, bisogna dargli la possibilità di scoprire loro stessi e i loro talenti, di fare esperienze concrete. Mio figlio Lorenzo per esempio ha iniziato a coltivare la passione per la pittura e abbiamo intravisto del potenziale di crescita, gli abbiamo chiesto se voleva provare a vendere le sue opere e lui ha detto di sì: i suoi quadri astratti hanno avuto un successo incredibile, e sono andati quasi tutti sold out. Questa esperienza ha rappresentato per Lorenzo un qualcosa di molto importante e. anche se già da tempo aveva intrapreso interventi di abilitazione alle autonomie in ambienti extra domiciliari in cui ha imparato il senso del comprare, dello spendere, del pagare, vendere e guadagnare, sicuramente il fatto di avere un riconoscimento concreto dalla sua arte lo ha aiutato ancora di più».
«Si può fare tutto, fuori da Vasto ho collaborato con varie Onlus e associazioni e abbiamo messo in campo molte iniziative per i ragazzi: corsi di ceramica, mercato solidale, la coltivazione dell’orto, l’assegnazione di mansioni di responsabilità giornaliere e i risultati sono sempre stati incoraggiati. C’è però necessità di capire che questi progetti possono nascere solo dalla sinergia di noi genitori, non credo che il territorio offra proposte di questo tipo. Solo grazie alla collaborazione delle famiglie possiamo permettere ai nostri ragazzi di fare di più. Io sono sicura che i miei figli si “salveranno”, sono stati già introdotti all’autonomia extra domiciliare, so che avranno le capacità per realizzare il loro progetto di vita, il famoso “dopo di noi”. Non posso però non pensare a tutti gli altri ragazzi e alle loro famiglie, che magari non hanno accesso a possibilità come queste o non sanno neanche che tutto questo sia possibile. Vorrei che i ragazzi capissero chi sono e che hanno possibilità nella vita: di fare, di imparare e di avere accesso ad una vita dignitosa. È possibile farlo, ma c’è necessità che tutti si uniscano per poterlo realizzare» ha infine concluso Ada.
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❤️ un vero artista