ABRUZZO – Nei prossimi 19 anni l’Abruzzo perderà oltre 100mila abitanti, tornando ai numeri di 100 anni fa: si passerà da 1.272.627 di abitanti del 31 dicembre 2022 a 1.166.562 nel 31 dicembre 2041, con un decremento di 106.065 abitanti.
È questa la previsione sul futuro demografico dell’Abruzzo dell’economista Aldo Ronci, che fa sapere: «Questi scompensi nella composizione della popolazione per classi di età creeranno squilibri nel rapporto tra generazioni a svantaggio della popolazione potenzialmente più attiva e produttiva con implicazioni allarmanti di carattere sociale ed economico».
Secondo i dati analizzati da Ronci il trend negativo non sarà causato solo dal calo di abitanti, ma anche dalla decrescita registrata che arriverà a toccare quota 8,3%, con un’incidenza pari al doppio di quella nazionale, che si assesterà intorno al 4,83%. Questi numeri posizionano l’Abruzzo al 13esimo posto della graduatoria nazionale.
Ronci, al termine della sua analisi dichiara: «Le due priorità che bisogna perseguire sono l’incremento dell’occupazione attraverso l’innovazione del sistema produttivo e lo sviluppo e il riequilibrio dei territori regionali. II sistema produttivo abruzzese si trova in una situazione di oggettiva difficoltà, da imputare soprattutto al fatto che esso è composto per la gran parte da micro e piccole imprese che rappresentano il 96% del totale delle imprese e impiegano il 56% degli occupati. Esse hanno problemi di carattere strutturale e una scarsa propensione all’innovazione, pertanto la Regione deve destinare energie e risorse che realizzino il miglioramento della competitività».