ABRUZZO – Rispetto al 2022, il numero di imprese operanti in Abruzzo è salito di 338 unità: un dato positivo per il terzo anno di seguito dopo la battuta d’arresto del 2020, ma ancora sotto la media nazionale.
Lo fa sapere Cresa, che tramite un’elaborazione dai dati di Infocamere-Movimprese ha tracciato l’andamento dell’imprenditoria abruzzese tra le nuove attività aperte e quelle cessate. Le imprese registrate operanti in regione nel 2023 sono 145.365, mentre 123.773 sono quelle attive.
In termini di crescita, i settori più in affanno si confermano agricoltura, manifatturiero e commercio, provati degli effetti economici della crisi mondiale e dal rincaro delle materie prime e dei prodotti energetici. Le imprese più colpite sono in particolare quelle artigiane e del commercio al dettaglio, che essendo per natura meno strutturate risentono maggiormente degli effetti negativi dell’inflazione. Situazione più rosea invece per l’edilizia e buona parte dei servizi.
Escludendo Chieti dal computo, nelle province abruzzesi il saldo tra imprese cessate e aperte è positivo: L’Aquila ha fatto registrare +99, con 1.411 iscrizioni e 1.312 cessazioni, Teramo +151 con1.609 nuove iscrizioni e 1.458 cancellazioni, Pescara invece si posiziona a +95 con 1.827 aperture e 1.732 chiusure. Chieti, fanalino di coda, fa segnare un netto -7, con 1.912 nuove attività aperte e 1.919 chiuse.