VASTO – Il 24 gennaio è stata un’importante giornata per l’Associazione Vastese della Stampa, che ha organizzato un convegno in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti Abruzzo (ODG Abruzzo). Il tema centrale dell’evento, svolto in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, è stato “Il giornalismo nell’era della digitalizzazione: intelligenza artificiale, etica e cultura.” I vari relatori, tra cui Stefano Pallotta, Don Nicola Del Bianco, Giuseppe Cavuoti, Giuseppe Galasso, Giampaolo Di Marco e Guido Prato Previde, hanno fornito contributi preziosi, analizzando diversi aspetti dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel contesto giornalistico con una prospettiva multidisciplinare.
Il convegno ha messo in luce il fatto che la società attuale sta vivendo una rivoluzione globale, assimilabile all’evoluzione della rivoluzione industriale. Tuttavia, questa volta, i colletti bianchi sono destinati a essere travolti dall’onda dell’Intelligenza Artificiale, con stime che suggeriscono la sostituzione di oltre 300 milioni di lavoratori da parte di macchine in grado di svolgere mansioni intellettuali.
Durante le relazioni, sono stati evidenziati gli aspetti innovativi e positivi dell’IA, con particolare riferimento alla telemedicina e ad altri campi disciplinari. Tuttavia, non sono mancati riferimenti agli elementi critici associati all’automatizzazione, come i problemi occupazionali, il potere dell’algocrazia e le applicazioni illegittime, compresa la progettazione di nuove armi letali automatiche. Inoltre, sono emersi importanti interrogativi etici, e si è manifestata la necessità impellente di investire nella formazione per affrontare le sfide di questa nuova era.
Nel contesto specifico del giornalismo, è stato sottolineato come l’IA abbia il potenziale di sostituire gli aspetti compilativi, automatizzabili e funzionali, liberando così spazio per la creatività e la generatività dei giornalisti. Tuttavia, è emersa l’importanza di tutelare il diritto d’autore, garantire la trasparenza editoriale e affrontare le questioni giuridiche connesse a questa rivoluzione. Inoltre, sono stati sollevati interrogativi più ampi sulle ricadute antropologiche, evidenziando come l’eccessiva dipendenza da sistemi di intelligenza artificiale avanzati possa rischiare di impoverire e appiattire il pensiero umano, cercando risposte rapide nel digitale piuttosto che esplorare la complessità del pensiero umano.

