VASTO – Nella giornata di ieri il candidato presidente per il Centrosinistra di Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso ha visitato Vasto e Lanciano insieme al presidente del Pd e dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini in vista delle prossime Elezioni Regionali del 10 marzo nella nostra regione.
Il candidato presidente D’Amico ha fatto sapere: «Per riportare l’Abruzzo nel futuro serve dedicarsi al lavoro. E’ intollerabile che lunedì cinquantamila abruzzesi cominceranno una giornata vuota, senza occupazione né attività di formazione e di studio. Serve creare nuovi posti di lavoro, fare in modo che sia sicuro, sconfiggere i fenomeni che lo rendono povero. Bisogna creare opportunità, l’Abruzzo deve essere attrattivo per le imprese. Il Pil pro capite della nostra regione era arrivato al 90 per cento di quello nazionale, poi siamo scesi all’80: si tratta di quattro miliardi all’anno persi, un’enormità da recuperare. Gli insediamenti industriali attendono dalla Regione un impulso per intercettare nuove prospettive di crescita, la Regione deve sapere svolgere un ruolo di strategia. Nessuno dell’amministrazione regionale uscente ha mai proposto invece nemmeno una riflessione sulla fase di transizione della manifattura, sui destini di questo settore, che comprende l’automotive, eppure nella nostra regione la manifattura incide per il 28 per cento sul Prodotto interno lordo, più della Germania dove è al 22. È la stessa superficialità che con che si nota in tutti gli altri settori. Si sta vendendo la Sangritana: dopo avere occupato tutte le poltrone possibili si sono resi conto di essere incapaci di gestire. I danni del maltempo per l’agricoltura arrivano a 500 milioni di euro, ma non se ne sono sostenute le esigenze e le richieste».
A proposito di D’Amico, Stefano Bonaccini che ha dichiarato: «D’Amico è una persona autorevole e competente messa al servizio di una coalizione larga e partecipata. Queste sono elezioni importanti perché avvengono nella regione da cui è partito il melonismo. Credo che ci siano tutte le condizioni per vincere, non per odio contro qualcuno ma a favore di un Abruzzo più competitivo, in cui la sanità sia efficace a partire dalle aree interne, in cui l’istruzione e la salute siano diritti primari garantiti dal pubblico e non dal privato, come vorrebbe la destra».