SCERNI – Il Professor Nino Menna, ex Dirigente dell’Istituto Agrario “C. Ridolfi” di Scerni, condivide riflessioni sul tema del dimensionamento scolastico, concentrandosi sul futuro dell’Istituto al quale ha dedicato la sua carriera:
”Sono il Prof. Nino Menna, ex Dirigente dell’istituto Agrario “C.Ridolfi” di Scerni, invio alcune mie considerazioni sul tema del dimensionamento scolastico nel nostro comprensorio, in particolare per quanto riguarda il futuro di tale scuola.
La mia carriera scolastica, da quella di allievo a quella di Dirigente, si è svolta tutta nel detto Istituto, in un arco di tempo durato quasi 50 anni, un caso rarissimo e forse irripetibile.
Sulla base dell’esperienza vissuta, tralasciando, per brevità, ogni accenno alla mia posizione sentimentale verso questa istituzione e sulla sua importanza nella mia vita, non solo professionale, sottolineo che ci sono stati dei momenti in cui mi sono sentito protagonista; sono stati quelli nel ruolo di allievo. Per questo devo ringraziare le persone che mi hanno fatto sentire tale, Presidi, Insegnanti, Personale, tutti insieme. Nella Scuola i veri protagonisti sono i giovani ad essa affidati, con i loro sogni, le loro speranze,il loro bisogno di emozioni.
Le altre figure svolgono un servizio con relativa retribuzione. Al riguardo l’autoreferenzialità è fuori luogo.
L’istruzione è il motore del cambiamento, la scuola è la sua sede.
Diversi interventi, tutti degni di considerazione, qualcuno di carattere autoreferenziale, hanno messo in evidenza le peculiarità dell’Agrario, per la sua strutturazione. Va sottolineato che essa è finalizzata all’attuazione di un efficace modello didattico di carattere teorico -pratico. Tale strutturazione non ha riscontro in altri indirizzi e comporta complessità di gestione e un alto livello di responsabilità per la dirigenza, sia quella scolastica che dei servizi amministrativi. E’ illusorio pensare che tali responsabilità possano essere sostenute lontano dalla sede scolastica. E’ il caso anche di sottolineare che le responsabilità attribuite alla dirigenza, non sono delegabili.
E’ illusorio pensare che una scuola tanto complessa, decapitata delle figure titolari delle suddette responsabilità, possa mantenere nel tempo la sua validità didattica, con buona pace di chi pensa il contrario. Se la Scuola Agraria ha resistito per 150 anni non è stato solo per le capacità e la buona volontà di qualche insegnante ma anche per l’attenzione, il buon senso, l’impegno, la determinazione, le scelte di tante altre figure, anche esterne alla scuola.
Fra queste includo anche quelle politiche, quelle delle amministrazioni locali, quelle sindacali, comprese quelle che a diverso titolo hanno ritenuto di dare il proprio contributo, senza opportunismo, per favorire l’esistenza di una scuola unica.
Le figure che oggi hanno il difficile compito di fare le scelte più giuste, senza mettere a rischio il ruolo futuro dell’istruzione agraria in un vasto ambito territoriale, vanno comprese e sostenute, con l’augurio che possano trovare soluzioni lungimiranti, oltre i campanilismo fuori luogo, in una realtà che cambia verso situazioni sempre nuove e legate alla evoluzione della società. Il gelo demografico è un dato di fatto. Il settore agrario ha un estremo bisogno di formazione adeguata, per i giovani che dovranno affrontare le sfide che il cambiamento pone ad un settore determinante, non tanto per il suo contributo al prodotto interno lordo nazionale, quanto per l’esistenza degli uomini sulla terra, per la loro salute, per la salute dell’ambiente in cui vivono. Un consiglio mi sento di dare a chi deve operare delle scelte: approfondire la conoscenza della scuola agraria di Scerni, magari con una visita in loco, tanto per rendersi conto”.