CASOLI – Potrebbero essere i dati memorizzati su cellulari e tablet la chiave per risolvere l’omicidio di Michelle Faier Dawn, la 66enne inglese uccisa a Casoli il 1° novembre scorso.
Così la Procura di Lanciano ha conferito all’informatico forense Cristian Franciosi l’incarico di analizzare i dispositivi informatici trovati nell’abitazione di contrada Verratti a Casoli: si tratta di 3 smartphone, 2 tablet e un MacBook che potrebbero contenere prove utili agli investigatori per ricomporre i pezzi del delitto.
L’unico indagato, attualmente in carcere, è l’ex convivente della donna, Micheal Dennis Withbread, accusato di omicidio volontario aggravato, che però ha rigettato ogni accusa proclamandosi innocente. Tuttavia dalle indagini è emerso che i due conviventi avessero un rapporto burrascoso, contraddistinto da episodi violenti e litigi, soprattutto dopo che Michelle aveva iniziato a sospettare dei tradimenti del compagno.
Intanto, l’avvocato Massimiliano Sicchetti ha fatto sapere: «È un quesito unico quello chiesto dal procuratore Mirvana Di Serio, ovvero accertare la presenza di file audio, video, conversazioni e immagini utili per le indagini. La complessità dell’accertamento tecnico irripetibile può essere legata al fatto che i dispositivi sono tutti accessibili solo con pin, ma si lavorerà per poter accedere e verificare il contenuto».