Di Maria Zaccagnini
VASTO – L’idea di un futuro verde idrogeno approda in Abruzzo qualche anno fa, nel corso della lotta quotidiana al risparmio per coprire i rincari quando i prezzi arrivati sulla luna ci hanno svuotato le dispense, quando fare un pieno di carburante e di ottimismo era diventato un’utopia. È arrivato l’idrogeno in quei momenti bui, disastrati, faticosi. Giorni con l’aria pesante, il globo in fiamme e un disperato bisogno di benessere ambientale, sociale, economico. È giunto insieme ai Capi della Terra che hanno legiferato, accompagnando i 17 goals, per fare centro con una serie di consigli da seguire e non soccombere all’inquinamento. Con la fatidica soglia da superare, la differenziata da fare, il riciclo da non dimenticare e un pianeta da ripulire.
È arrivato non con la pretesa di risollevare la Nazione, ma è giunto portando almeno una buona novella a illuminare la notte buia. Una stella cometa
si vede perché è proprio l’idrogeno che la fa brillare, per questo, diremo che l’avvento di questa luce rappresenta una nuova rinascita.
L’Abruzzo, centro d’Italia, sta preparando il terreno per accogliere due enormi poli di produzione di idrogeno. Due colossi che sorgeranno a breve, pare, portando una ventata di benessere in tutta la regione. In grandi manovre come queste vengono coinvolte imprese, lavoratori e istruzione. Istituti di ricerca e associazioni noprofit. Il settore pubblico e quello privato, oltre all’intero comparto turistico. Macchine con i motori accesi che abbracciano la regione come a volerla consolare, proteggere e promettere qualcosa di molto vantaggioso. A Vasto-Val di Sangro l’avvio dei lavori parte dell’ Azienda Regionale Attività Produttive della Regione Abruzzo-ARAP e nella Valle Peligna con l’abruzzese Infinite Green Energy-IGE, azienda specializzata nella realizzazione di impianti e tecnologie per la produzione di idrogeno verde su larga scala.
Con gli investimenti, pubblico e privato, guardano nella stessa direzione. Abbiamo rivolto domande identiche a due rappresentanti di rilievo delle diverse realtà, non per creare divisioni ma per favorire un confronto costruttivo e trasparente tra le due compagini.
All’intervista hanno risposto: Romeo Ciammaichella, Capo dipartimento internazionalizzazione e responsabile progetto H2 di ARAP, e Rocco la Rovere, General Manager di Infinite Green Energy – IGE Italia.
Abbiamo visto crescere recentemente, l’avvicendarsi di progetti, relazioni, coinvolgimenti, corse alla ricerca di tempi e circostanze giuste, per arrivare tra i primi e raggiungere vertici anelati. Cosa sta accadendo oggi? A che punto siamo e cosa prevede la tabella di marcia?
In foto Rocco la Rovere – IGE
IGE: «I principali attori nei settori dell’industria e dei trasporti ‘pesanti’, coloro che non riescono a trovare nell’elettrificazione l’unica soluzione alla transizione green, si stanno guardando attorno cercando, tra le tecnologie ad oggi disponibili, la soluzione migliore per completare la totale migrazione dai combustibili fossili. l’Idrogeno Verde è sicuramente una, se non ‘la’ soluzione definitiva! Produrre idrogeno verde è relativamente facile; produrlo a costi commercialmente accettabili, invece, richiede un maestoso lavoro di squadra di sviluppatori, produttori, istituzioni e utilizzatori finali; Infinite Green Energy ha lavorato negli scorsi 3 anni proprio nel coordinamento di tutte le figure coinvolte. L’impianto in Valle Peligna si sta avviando verso la progettazione definitiva che, se i tempi autorizzativi e di procurement saranno rispettati, potrebbe vedere il primo gas verde prodotto già nella seconda metà del 2025».
In foto Romeo Ciammaichella – ARAP
ARAP: «Per raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050, la strategia dell’UE si concentra su alcune aree specifiche. Un ruolo importante di tale strategia è sicuramente relativo all’adozione dell’idrogeno per i settori difficili da decarbonizzare. Nel breve termine, le opportunità di mercato sono più limitate, soprattutto se si guarda all’idrogeno verde, ma si ritiene che nei prossimi decenni gli investimenti annuali nell’idrogeno, soprattutto quello green, diventeranno paragonabili a quelli delle energie rinnovabili. Entro il 2030, l’UE ha l’obiettivo di raggiungere una capacità produttiva annuale di circa 20 milioni di tonnellate, di cui la metà prodotte all’interno dei confini europei e l’altra da importare. Secondo alcune stime, entro il 2050 circa il 30% dell’attuale domanda di elettricità sarà impiegata per la produzione di idrogeno per elettrolisi. Ciò significa che abbiamo di fronte un’opportunità di mercato complessiva di circa 2.000 miliardi di dollari. Il 23 novembre 2023 l’EU ha lanciato la banca dell’idrogeno, questo potrebbe consentire di mobilitare ulteriori 800 milioni di euro di fondi europei per lo sviluppo del settore, sfruttando le energie
rinnovabili al fine di ottenere la diffusione della fonte di energia, quando prodotta grazie a fonti rinnovabili, nel mix energetico dei Paesi membri. Nel mentre le tecnologie e le efficienze di produzione stanno avanzando in maniera veloce, con l’obbiettivo di ridurre i costi di produzione, che per quanto attiene all’idrogeno verde sono ancora alti. Anche il PNRR ha posto un forte accento sul tema idrogeno, stanziando ben 3,6 miliardi sul settore, andando ad incidere su vari temi, dalla realizzazione di centrali di produzione all’interno di aree industriali dismesse, al finanziamento riservato ad aziende che producono componenti all’interno della filiera di produzione, alla realizzazione di impianti di rifornimento. Secondo quanto detto, la tabella di marcia è abbastanza delineata e cadenzata, ed essendo molto fitta va necessariamente sfruttata a dovere, cercando per quanto possibile di anticipare i tempi in modo da renderci competitivi per gli anni a venire, altri stati, da quelli nord europei all’ Australia agli stati Mena stanno avanzando a passi da gigante, non possiamo e non dobbiamo perdere questo treno».
Sembra non manchi molto a quando vedremo sorgere l’impianto di produzione di idrogeno verde. Siamo tutti in trepidante attesa, quando avverrà
IGE: «L’intero progetto non prevede la sola produzione di idrogeno verde, ci sarà una prima produzione di energia verde rinnovabile per l’industria della zona, seguita già dal 2025, dal ‘vettore energetico verde’ che completerà la richiesta energetica sostenibile per le aziende e per la mobilità pesante (bus/Camion e Treni FCEV)».
ARAP: «Il progetto H2Arap2030, previsto all’interno dell’area Ex-Cotir nel Comune di Vasto, è conseguenza del Bando PNRR che prevedeva la realizzazione di centrali di produzione di esclusivo idrogeno verde all’interno di aree industriali dismesse, pertanto oltre alla realizzazione del suddetto impianto, per una capacità di produzione di 5Mw, è previsto il recupero di tutta l’area di circa 22.000 Mq che insiste in prossimità del casello autostradale di Vasto nord.
Per quanto attiene ai tempi di realizzazione, possiamo dire di essere partiti con qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia, in virtù di alcuni ricorsi effettuati da altri partecipanti esclusi e quindi si è dovuto attendere il pronunciamento degli organi competenti. Tuttavia i tempi sono dettati dai decreti di attuazione del PNRR e quindi la scadenza ultima ad oggi resta quella del 31/12/2026, e vista la complessità di un siffatto impianto unita alla difficoltà di reperimento dei prodotti, sicuramente non dobbiamo perdere tempo».
I tempi sono maturi. Qual è la reazione dei cittadini, cosa pensano di questo grande progetto innovativo che coinvolgerà positivamente tutta la regione?
IGE: «Abbiamo riscontrato che la quasi totalità delle comunità locali ha accolto molto favorevolmente il ‘Progetto Italico’; inizialmente per la possibilità di rivalutare l’intera area industriale e da un punto di vista occupazionale; ultimamente stiamo però notando tantissimo interesse nei confronti degli aspetti più strettamente ambientali legati all’intero progetto».
ARAP: «Le reazioni sono sicuramente di grande attesa per quanto attiene a questa nuova tecnologia, della quale si fa un gran parlare ma effettivamente ancora troppo poco presente nei processi di consumo di energia. Registriamo notevole interesse da parte del mondo imprenditoriale abruzzese che guarda alle fonti rinnovabili come modello di business per il futuro, di recente Arap ha organizzato una missione con 10 aziende del settore in occasione della Cop 28 a Dubai, in quanto socia di Dii – Desert Energy, uno dei principali Network mondiali su tema idrogeno, ciò ha consentito di confrontarci con i principali player del settore su diversi temi: tecnologia, offtaker, finanziabilità degli investimenti etc. Tale missione ha avuto un impatto molto forte ed è per questo che abbiamo deciso di rendere permanente questo tavolo di discussione, questo a nostro avviso potrebbe risultare molto efficace, soprattutto in virtù della complessità che ruota attorno a tale tema. Non ultimo un tema che sicuramente ci caratterizza è relativo alla parte pubblica all’interno di Arap, quindi abbiamo a disposizione un contenitore che si può aprire a tante applicazioni che ruotano intorno al tema, in modo da poter portare avanti questioni centrali, quali ad esempio la ricerca».
Parliamo di numeri: quanto è stato investito fino ad ora e quale sarà l’investimento totale a lavori finiti? Quanti nuovi posti di lavoro nasceranno?
IGE: «Il costo dell’intero progetto, che sarà sviluppato da IGE come capofila e da altri sviluppatori leader energetici in Europa, prevede un costo totale che ad oggi supera i 200 M€; ci sarà un forte impatto occupazionale tra diretti e aziende dell’indotto durante la realizzazione che supererà le 100 unità. La formazione altamente specialistica permetterà inoltre di portare in Regione competenze nel settore che ad oggi si possono contare sulle dita di una mano».
ARAP: «L’assegnazione ufficiale l’abbiamo avuta il 5/12/2023, quindi non ancora abbiamo realizzato investimenti. L’investimento totale previsto da progetto è di € 25.000.000, di cui € 10.000.000 finanziati a valere su PNRR e 15.000.000 rinvenenti da capitale privato. Le unità totali di posti di lavoro previste in fase di startup saranno circa 30, numero destinato ad aumentare sensibilmente se consideriamo la filiera che tale impianto prevede, potremmo ad oggi dire che tale impianto potrebbe generare circa un centinaio di occupati, ma la cosa più importante deve essere quella di formare nuove professionalità da poter inserire all’interno di questi processi, che di sicuro sono molto futuribili, tali professionalità potranno essere generate dal coinvolgimento di facoltà universitarie e dal coinvolgimento degli ITS, l’importante sarà muoversi con estrema intelligenza in modo da renderci efficaci».
Riforniremo presto le nostre auto con idrogeno verde? Se si, quando?
IGE: «Le auto forse in un secondo momento quando l’idrogeno verde sarà veramente competitivo con le auto full electric; tuttavia, per i mezzi pesanti dove il pure electric non è la soluzione ideale, già da oggi abbiamo la possibilità di fornire alle aziende mezzi pesanti ad idrogeno (bus e camion), mezzi già presenti sul mercato. Per la mobilità, insieme a partners tecnologici, siamo già in grado di fornire un servizio completo di mezzi e infrastrutture che prevede: Autobus e Camion H2 – HRS Stazioni di Rifornimento – Disponibilità di Idrogeno verdecertificato – Centro servizi per i mezzi FCEV – Formazione per gestori e operatori dei parchi H2».
ARAP: «Questa è una domanda difficile, il principale parametro rimane quello del mercato, che ad oggi preferisce ancora l’elettrico. Tuttavia qualche segnale si intravede, aziende come Toyota e Hyundai hanno lanciato in commercio veicoli alimentati ad idrogeno, tanto ovviamente dipenderà dalla quantità di stazioni di rifornimento che si realizzeranno, in ogni caso è stato aggiudicato l’appalto PNRR che prevedeva lo stanziamento di € 128.000.000 per la realizzazione di stazioni di riferimento di idrogeno su territorio nazionale. Dinamiche differenti invece si riscontrano sul trasporto pubblico locale (bus e pullman) e su trasporto pesante (camion, truck e locomotori ferroviari) dove l’utilizzo di idrogeno pare essere la strada più percorribile al fine di ridurre le emissioni. Tale circostanza è prevista all’interno del nostro progetto, che prevede al suo interno piazzole di sosta sia per pullman che per camion. In ultimo precisiamo che l’ubicazione del sito ci rende aderenti alle direttive comunitarie sul tema che prevede che dal 2030, dovranno essere installate stazioni di rifornimento di idrogeno sia per le autovetture che per gli autocarri in tutti i nodi urbani e ogni 200 km lungo la rete centrale TEN-T».
Sembra che qualcosa di veramente grande e nuovo si stia facendo strada per tendere una mano a tutti, un avvenire che attendiamo speranzosi, che sia fiorito, illuminato e fruttuoso. Il domani perfetto in cui pubblico e privato si stringono la mano e muovono i remi verso un futuro condiviso e condivisibile. Funzionari che senza mezzi termini lavorano per trasformare questo posto in un posto migliore, dove poter vivere con un pizzico di serenità e l’incentivo a far sì che la nostra terra diventi appetibile meta per molti investitori, turisti e studiosi di un metodo vincente. Vi aspettiamo al traguardo!