ABRUZZO – Il CRESA (Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso), attraverso la lettura dei dati Istat, ha analizzato reddito, povertà relativa, situazione abitativa e principali difficoltà economiche delle famiglie abruzzesi stabilendo che nella nostra regione sono quasi 60.000 le famiglie interessate dalla povertà relativa.
La povertà relativa riguarda tutte quelle famiglie che hanno una spesa per i consumi pari o inferiore alla soglia soglia che, per una famiglia di due componenti, è fissata a 1.150 euro al mese. Ciò vuol dire che sono considerate in condizione di povertà relativa i nuclei famigliari con consumi che sono significativamente inferiori a quelli effettuati, in media, dalle famiglie con lo stesso numero di componenti. Questo indicatore non tiene conto solo dei consumi, ma anche del tenore di vita della società.
Nel 2022 la povertà relativa in Abruzzo ha riguardato per l’esattezza 59.700 famiglie (11% del totale) e più di 173 mila persone. Nonostante l’incidenza registrata resta inferiore rispetto alla media del Sud, facendo piazzare l’Abruzzo ai primi posti tra le regioni del meridione, non riesce a reggere il confronto con le medie del Nord e del Centro: 35 persone su 100, nella nostra regione, sono a rischio povertà o esclusione sociale.