ABRUZZO – Nel tessuto imprenditoriale contemporaneo, la collaborazione si rivela spesso fattore imprescindibile per il successo aziendale. “SAPER COLLABORARE – Quando cambi il modo di collaborare, cambi il mondo!” di Antonio Cecere emerge come il tassello mancante per affrontare e rafforzare le dinamiche di collaborazione nell’ambiente lavorativo e non solo.
Con una solida esperienza di oltre vent’anni nell’assistere imprenditori e professionisti, Antonio Cecere offre una prospettiva innovativa che pone la collaborazione efficace come fulcro fondamentale per una produttività sostenibile. Già autore della riconosciuta guida “Sei Leader, manager o coach?”, Cecere si immerge nel complesso mondo della collaborazione, esaminando tematiche cruciali come la digitalizzazione, la formazione e l’importanza delle relazioni all’interno delle aziende.
Attraverso l’analisi di casi concreti e, soprattutto, dialoghi incisivi, Cecere offre soluzioni pragmatiche, rivolgendosi a un vasto pubblico che spazia dalle piccole e medie imprese ai dirigenti e ai professionisti.
La vasta esperienza di Cecere, in qualità di responsabile della qualità in un gruppo di aziende di servizi a livello nazionale e come fondatore di uno studio professionale focalizzato sulla crescita aziendale, permea la sua visione che trascende l’ambito aziendale. L’autore sottolinea come una migliore cultura della collaborazione non solo favorisca le singole realtà imprenditoriali ma contribuisca anche alla crescita più ampia dei territori circostanti.
In un’intervista con Zonalocale, Cecere presenta il nucleo tematico del suo libro, offrendo un’ulteriore prospettiva sulla vitalità degli aspetti analizzati.
Qual è il messaggio centrale che desideri trasmettere attraverso il tuo libro
Vi ringrazio per avermi invitato a questo confronto. Il vecchio mondo era “Vinco io perdi tu”, oggi l’intelligenza è “se vinco io vinci pure tu”.
Siamo in un periodo di transizione dove c’è chi lavora ancora nel vecchio mondo e chi nel nuovo, per questo dobbiamo scegliere accuratamente i nostri interlocutori e i nostri approcci.
Questo breve saggio vuole mettere al centro la competenza della collaborazione efficace come grande opportunità di crescita, sia a livello di business sia personale.
Il libro si rivolge alle piccole e medie imprese, ai dirigenti e a chi desidera maggiori opportunità nelle relazioni professionali. Ma anche a chi vuole un business umanamente più sostenibile.
Faccio ricerca sul tema da diversi anni integrando più discipline e facendo esperienza sul campo come consulente e formatore aziendale, ed ho sentito che era giunto il momento di divulgare una riflessione utile in merito.
Qual è stata la principale ispirazione dietro la stesura di “Saper Collaborare”
L’idea è nata durante il secondo anno della pandemia. Stavo svolgendo un’attività di supporto ad un dipartimento di ricerca di un’università sarda, come partner professionale esterno. Ricercavamo i comportamenti più efficaci delle aziende che reagivano al lock down.
Fu proprio in quelle settimane che iniziai a chiedermi a che punto fosse il mio percorso professionale dopo circa 20 anni di attività aziendale, prima come responsabile qualità e poi come consulente-formatore innovativo di piccole medie imprese e professionisti.
Sotto la lente emerse un comune denominatore.
Su qualunque obiettivo di miglioramento lavoravamo (organizzativo, di stile di gestione, di clienti, comunicativo ecc.) la cosa che aveva impattato positivamente più di tutto era proprio la capacità di collaborazione.
A volte il focus era sui soci, la famiglia, altre volte i dipendenti, altre ancora fornitori e servizio clienti, con enti esterni e a volte, in un certo senso, anche collaborare meglio con sé stessi.
Cosa ti ha spinto a focalizzarti sull’importanza della collaborazione nel contesto aziendale
Numerose ricerche di primaria importanza (McKinsey, Harvard, Deloitte ecc.) ci indicano che la collaborazione è uno dei fattori più impattanti sulla solidità nel medio/lungo termine. E questo come dicevo corrisponde alla mia esperienza reale sul campo, e a quella di importanti realtà con cui ho collaborato. Ma nonostante se ne parli c’è ancora bisogno di molta divulgazione sul tema, per andare oltre la moda e renderla una pratica.
La tensione verso l’operatività e gli obiettivi nel quotidiano ci porta a non essere presenti nella collaborazione. Questo nel tempo porta ad avere nel migliore dei casi situazioni accettabili o sufficienti, ma non eccellenti.
La cultura degli ultimi anni ha puntato all’esaltazione dell’individualità e dell’estetica, pur parlando, a parole, di “team” e di “qualità”.
Il suggerimento che mi sento di dare è di selezionare accuratamente la propria formazione, evitando le scorciatoie delle pseudo-tecniche per “decifrare e condizionare” l’altro, ma piuttosto ricercare quella che sviluppa una fiducia concreta e reale. E in un periodo storico di velocità e turbolenza, di sempre più persone scostanti, offrire solidità dal punto di vista della capacità collaborativa e relazionale è un pilastro che ci differenzia e ci stabilizza.
Questo libro vuole dimostrare che puntare sulla collaborazione si rivela molto utile sia per chi sta pensando di rinnovarsi e tornare ad essere competitivo, ma anche per le aziende che sono già “forti”, che in questo modo posso creare nuovo valore sia interno sia percepito dal mercato.
– Come definiresti il tuo libro in poche parole chiave agli occhi di un potenziale lettore
Sai che questa è una domanda poco semplice?
Mi faccio aiutare da una recensione lasciata da un dirigente campano di un’importante azienda informatica: un fondamentale elemento del Business e delle relazioni : la Collaborazione, analizzata nel libro di Antonio sotto tutti i punti di vista. Io sarei stato più critico!
Nel tuo libro hai usato dialoghi e interviste per comunicare i concetti. Perché hai scelto questo approccio e quale impatto credi possa avere sulla comprensione e l’applicazione dei concetti da parte dei lettori
Credo che la forma del dialogo renda il tutto più piacevole, interessante e rilassante. E se ci rilassiamo apprendiamo meglio. Per dirla tutta, questo approccio ha aiutato anche me nella stesura del libro, non essendo il sottoscritto uno scrittore ma più abituato a comunicare faccia a faccia.
E poi, il modo in cui poniamo le domande e quello in cui rispondiamo è già un esempio concreto di collaborazione.
Ho voluto dialogare e collaborare con imprenditori, professionisti e personaggi autorevoli di vari settori anche perché volevo mettere alla prova la mia idea con il vissuto di realtà importanti, ed ho avuto molte conferme.
Confrontarsi con gli altri è una delle maggiori ricchezze che abbiamo nella vita, creare un contesto dove la competizione si converte in collaborazione sarà l’intelligenza più utile ed apprezzata per il futuro già prossimo. È stato fatto un tentativo per anni con il concetto di leadership, che ritengo tuttora valido se approcciato correttamente, ma in molti casi è stato travisato nell’esaltazione del “leader” come individuo; cosa che “acchiappa” ma che non è costruttiva. All’ombra di una grande quercia non sono mai cresciuti alberi sani. Saper Collaborare supera questi approcci oramai anacronistici.
Quali sono le speranze o gli obiettivi che ti auguri i lettori possano raggiungere grazie alle idee e ai suggerimenti presenti nel tuo libro
Ho fiducia nelle persone e nelle aziende che credono nel miglioramento continuo, e sono quelle che permettono ai territori di crescere ed evolvere. Saper Collaborare offre l’opportunità di passare dagli slogan alla pratica, o al potenziamento dei propri approcci per chi è già in questa direzione.
Mi sono immaginato un territorio dove in ogni settore ci siano sempre più persone che mirino all’eccellenza collaborativa: dalle attività commerciali di tutti i giorni alle imprese di varia dimensione e settore.
Questo innescherebbe un circolo virtuoso a beneficio di tutti. Per fortuna c’è già chi lo fa, ma c’è sempre un livello successivo.