TERAMO – Nella tarda mattinata di ieri, mercoledì 13 dicembre, la Polizia Penitenziaria ha effettuato un significativo rinvenimento di sostanze stupefacenti destinata ai detenuti del carcere di Castrogno, a Teramo. Circa 50 grammi di cocaina sono stati scoperti accuratamente occultati in due contenitori di plastica camuffati da crema da barba durante il controllo dei pacchi destinati ai reclusi.
Il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Donato Capece, ha sottolineato l’importanza dell’operazione, evidenziando lo scrupolo, l’attenzione e la professionalità del personale penitenziario. Nonostante le sfide legate al personale sottorganico, l’azione risolutiva della Polizia Penitenziaria ha impedito un’ulteriore circolazione illegale di droga all’interno della struttura carceraria.
Capece ha fornito uno sguardo più ampio sulla situazione carceraria italiana, affermando che circa il 30% dei detenuti è tossicodipendente, e più del 20% degli stranieri in detenzione ha problemi legati alle droghe. Ha sottolineato che, nonostante l’Italia disponga di una legislazione avanzata per permettere ai tossicodipendenti di scontare la pena all’esterno, il numero di detenuti con problemi di droga rimane significativo.
”Ogni giorno, la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex, una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento, sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Noi – conclude il leader del SAPPE – riteniamo sia preferibile che i detenuti tossicodipendenti, spesso condannati per spaccio di lieve entità, scontino la pena fuori dal carcere, nelle comunità di recupero, per attuare ogni sforzo concreto necessario ad aiutarli ad uscire definitivamente dal tragico tunnel della droga e, quindi, a non tornare a delinquere. Spesso, i detenuti tossicodipendenti sono persone che commetto reati in relazione allo stato di malattia e quindi hanno bisogno di cure piuttosto che di reclusione».