L’AQUILA – Il Consiglio regionale, riunitosi ieri 12 dicembre, ha approvato all’unanimità dei presenti in Aula il progetto di legge “Reingegnerizzazione della governance sanitaria – rete ospedaliera”. Il provvedimento, proposto e sostenuto dalla Giunta guidata da Marco Marsilio, prevede una profonda riforma del sistema sanitario regionale, che andrà a toccare le competenze degli enti coinvolti nei servizi sanitari e la riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera.
Ma quali saranno gli effetti concreti del progetto di legge?
Tra i punti principali c’è la nuova classificazione dei presidi ospedalieri: saranno suddivisi in otto presidi ospedalieri di primo livello (L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara, Teramo), sei presidi ospedalieri di base (Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e S. Omero) e due presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate, sede di pronto soccorso (Castel di Sangro, Atessa). Discorso a parte per quanto riguarda i presidi ospedalieri di II livello, che attualmente non rispettano i requisiti previsti dal DM 70 per essere strutture DEA di II livello, non essendo ubicati in un unico presidio ospedaliero. L’obiettivo è quindi quello di raggruppare le varie specialità chirurgiche e mettere in atto una serie di azioni per adeguarsi, trovando strutture in grado di soddisfare i requisiti previsti. Ed è bene sottolineare che l’individuazione dovrà concludersi entro 36 mesi dall’approvazione del progetto legge.
Ma non finisce qui, il documento impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Ministero della Salute per chiedere la modifica del D.M. 2 aprile 2015, n. 70, per renderlo adeguato alle caratteristiche dei territori fragili sotto il punti di vista sanitario, che sono molto diffusi nella nostra regione. Inoltre si intende valutare alcuni interventi importanti come, per citarne due, il ripristino della Scuola di specializzazione in pediatria a L’Aquila e il potenziamento del reparto di radioterapia oncologica del Presidio Ospedaliero di Pescara. Si vuole così provare a dare una risposta al problema delle patologie “tempo-dipendenti”, che necessitano di tempi di risposta rapidi ed efficaci: quelli che ora, la maggior parte delle volte, la sanità regionale non riesce ad offrire.
Non sono mancati i commenti politici, primo tra tutti quello del Presidente Marsilio, che ha detto: «A differenza di quello che accadeva in passato, abbiamo creato una nuova rete che non taglia i servizi, non taglia i posti letto, non taglia il diritto alla sanità. Ci sono alcune situazioni in cui i servizi vengono messi a rete per evitare inutili doppioni. Il nostro modello diventerà un modello pilota per tutta l’Italia, al quale il Ministero guarderà con attenzione. Abbiamo lavorato sul concetto di rete, sulle sinergie tra i diversi uffici, tra i diversi ospedali e presidi sanitari». Dello stesso parere anche il Presidente della Commissione “Territorio, Ambiente e Infrastrutture” della Regione Abruzzo Manuele Marcovecchio, che a margine del Consiglio ha dichiarato: «Oggi, consegniamo un’altra buona notizia ai cittadini abruzzesi, continuando a mantenere alta l’attenzione sui presidi ospedalieri del territorio e con la consapevolezza che c’è ancora molto da fare per migliorare l’assistenza sanitaria, anche attraverso l’impegno personale e di tutta la classe politica regionale».