PESCARA – «Sono sempre di più le segnalazioni che arrivano alla nostra associazione Asperger Abruzzo riguardo la Neuropsichiatria della ASL 3 Pescara che discrimina i bambini quando tentano di ottenere una valutazione da fuori provincia. Il Servizio sanitario nazionale è un pubblico e, in quanto tale, deve rispettare le leggi di questo Paese civile che di fatto sta diventando sempre più incivile e personalista. Un servizio privato può fare le proprie scelte, un servizio pubblico no». Lo dichiara in una nota Marie Hélène Benedetti, presidente dell’associazione Asperger Abruzzo.
«Sono tantissime – prosegue – le famiglie, le scuole ed i servizi sociali che da anni informano la nostra associazione del fatto che la Neuropsichiatria di Pescara discrimina i bambini da fuori provincia rifiutandosi di fare valutazioni se non si è residenti nel territorio della ASL di Pescara. La legge parla chiaro: “La salute è diritto di tutti, tutelato dalla Costituzione italiana” e “I principi fondamentali su cui si basa il SSN dalla sua istituzione avvenuta nel 1978, sono l’universalità, l’uguaglianza e l’equità“. “A tutti i cittadini deve essere garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di salute. Questo è il principio fondamentale che ha il fine di superare le diseguaglianze di accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie”. Riguardo ai principi di centralità della persona c’è anche la “Libertà di scelta del luogo di cura”, il cui mancato rispetto è un reato, e la cosa che più ci sconvolge è la serenità con cui questa Unità operativa dica anche al telefono, a chiunque chiami, che il bambino non può essere valutato perché non è residente nella provincia di Pescara. Nessun paziente può essere rifiutato per legge e la Neuropsichiatria di Pescara in merito a questi vergognosi atti è stata più volte redarguita».
«La Neuropsichiatria di Pescara non può decidere di non prendere in carico pazienti da fuori provincia, né può decidere di far rivalutare un paziente che è già in possesso di una diagnosi e ne richiede le terapie convenzionate. E per questa ragione – conclude la presidente Benedetti – che chiediamo alla ASL 3 di Pescara e a tutte le loro UVM di smettere con questi atti discriminatori e di allinearsi alle leggi nazionali di questo Paese di cui fanno parte anche loro, altrimenti saremo costretti a rivolgerci alla Procura della Repubblica che valuterà certamente l’operato di ogni singolo operatore che si rifiuta di prestare il proprio servizio».
