VASTO – Si torna a parlare della Casa Lavoro di Vasto e dei suoi problemi annosi. Le sigle sindacali Osapp, UIlPa/Pp, Uspp e Fp Cgil ribadiscono in una nota congiunta che «al momento risulta completamente assente la figura del direttore dell’istituto a causa di una lunghissima assenza, sostituito part-time e a rotazione da direttori di altri istituti del Comprensorio; allo stesso modo risulta vacante il posto di comandante del reparto, anche qui a causa dell’assenza lunghissima del titolare viene sostituito part-time dal più alto in grado in servizio, praticamente la vecchia figura del “caporale di giornata”. Il vice comandante – che non è chiaro a quale incarico sia destinato – garantisce anche la programmazione dei servizi, oltre a fare la sorveglianza generale. E siccome non ci facciamo mancare nulla, – prosegue la nota – anche il preposto, se appare più giusto dire che garantiva visto che al momento risulta anch’esso assente».
«I responsabili dei vari uffici risultano indefiniti – specificano i sindacati – o assenti per lunghi periodi; il personale, solo e abbandonato a sé stesso, non può che rappresentare l’ultimo ed esile baluardo della presenza, o meglio dell’assenza dello stato all’interno di una Casa Lavoro che ospita, tra l’altro, una tipologia assai delicata e difficile da gestire, gli internati, oltre che una sezione di detenuti comuni. Insomma, quello che descriviamo rappresenta quanto di peggio possa accadere in un istituto di pena, l’abbandono e l’oblio. La parte peggiore è l’assoluto disinteresse che traspare dalla mancanza e/o dall’inadeguatezza degli interventi a sostegno dei pochi, anzi pochissimi agenti rimasti in servizio a Vasto. Dopotutto non potevamo aspettarci di meglio dato che Vasto rappresenta l’estrema periferia del
Provveditorato del Lazio».
Per quanto esposto, «chiediamo l’intervento urgentissimo del Provveditore regionale. Ieri per tutto l’istituto abbiamo avuto in servizio 7 persone compreso un facente funzione di comandante di reparto, dopo che ieri pomeriggio il turno è stato svolto da solo 4 unità e la notte da 3, è chiaro a tutti quale sarà l’epilogo infelice che tutti noi possiamo immaginare senza un intervento diretto, immediato e risolutivo. Ricordiamo in primis a noi stessi, – aggiunge la nota delle organizzazioni sindacali – onde evitare facili strumentalizzazioni sui numeri, che l’istituto vastese essendo di vecchia generazione ha una dislocazione dei posti di servizio assolutamente infelice, ha una carenza di automatizzazioni e di controlli da remoto e questo va a incidere pesantemente sul rapporto detenuti-personale».
«Appare evidente – sottolinea la nota – che questo va a condizionare pesantemente anche quelli che sono i diritti della popolazione detenuta, infatti è di ieri la notizia che due ristretti dovevano presentarsi in udienza, sono stati tradotti solo grazie alla collaborazione del nucleo traduzioni del vicino istituto di Lanciano, a sua volta già pesantemente provato dal piantonamento all’ospedale di Lanciano di un altro ristretto vastese. Insomma la situazione è ormai arrivata al punto di rottura, bisogna agire subito in modo efficace e con un intervento che rompa lo schema per il quale il poliziotto Deve fare più ore di servizio, Deve coprire più posti contemporaneamente, non Deve fare i riposi settimanali, non Deve andare in ferie e, se si assenta a causa dello stress lavoro correlato, Deve avere sulle spalle la colpa di tutti i mali dell’amministrazione penitenziaria», concludono Osapp, UIlPa/Pp, Uspp e Fp Cgil.