VASTO – «Tracce di Eva nel sangue che cola, ogni giorno, da un petto diverso. Il terreno ne è pieno e chiede pietà, ma la mano che regge il coltello non si ferma, è più forte e crudele della nostra. Ci sono tracce di Eva di ogni colore, tracce gialle e arancio nel blu dell’umore. Tracce di Eva nelle bambole rotte, nei fiori finti, secchi e nelle lacrime che scavano le guance rosse. E nel grido di una madre e di una figlia e in esse, la colpa prima di essere Eva. Ma dov’è la colpa, la mela, il peccato? I giornali ne parlano ma tutto si traduce in immediato silenzio: fa più rumore il colpo sparato del corpo che cade. Tracce di Eva tutti i giorni, non solo in questo».
È la riflessione di Arianna Roberti, studentessa del Polo liceale “R. Mattioli”, che annuncia l’intenzione dell’istituto di voler manifestare anche quest’anno «in modo visibile e toccante la vicinanza a tutte le donne vittime di violenza. E ha scelto di farlo in chiave artistica mediante un’installazione nell’atrio dell’Istituto».
«Il titolo dell’opera è “Tracce di Eva”. La tela, – prosegue – la cui realizzazione è stata curata dalle professoresse Santangelo e Della Rocchetta, riprende anche il tema “tracce”, scelto dall’istituto per l’edizione 2023 del Festival della Scienza, che vuole indurre a una riflessione profonda sulla realtà di moltissime donne, a partire da un’immagine tanto chiara quanto intrisa di sfumature che solo un occhio attento e sensibile può cogliere. Con l’invito, ovviamente, a seguire le “tracce” di migliaia di storie per trovare la forza di raccontare la propria».