VASTO – L’8 novembre scorso, il Comune di Vasto ha organizzato un incontro per presentare il progetto di realizzazione dell’intervento di difesa dall’erosione in località Vignola (Determinazione numero 1361 del 7 novembre 2023).
«Il Comitato Litorale Vivo in quella sede – scrive in una nota – e in qualità di legittimo rappresentante di interessi collettivi legati alla fruibilità di quel tratto di costa, ha esposto le proprie perplessità riguardo al progetto previsto che appare invero estremamente impattante raccogliendo il cortese invito da parte del sindaco Menna ad interagire in maniera attiva e costruttiva allo sviluppo di tale progetto».
«Il Comitato Litorale Vivo, – sottolinea la nota – che si avvale della consulenza di tecnici e di spiccate professionalità dell’ambito della ingegneria ambientale provenienti anche dal mondo universitario, ha provveduto in queste ultime ore a depositare a mezzo PEC agli uffici del Comune le proprie osservazioni rispetto al progetto previsto, alle quali seguiranno a breve le proposte alternative che potrebbero essere valutate dall’amministrazione comunale anche a complemento degli interventi previsti, con l’obiettivo di mitigarne l’impatto nell’interesse comune della preservazione di un’area di siffatto pregio».
«Inoltre – aggiunge la nota – confida nella possibilità prospettata dallo stesso sindaco di un tavolo tecnico nel brevissimo termine che consenta il dialogo costruttivo. Il comitato riconosce le criticità legate al fenomeno erosivo in atto nell’area di Vignola e la necessità di un intervento che metta in sicurezza le strutture abitative e le attività economiche colpite, ma ribadisce che un intervento – come quello previsto – comporterebbe una inaccettabile ed irreversibile manomissione di questa area costiera di grandissimo pregio sia dal punto paesaggistico che da quello della fruibilità della stessa da parte della collettività tutta. In sintesi il progetto appare estremamente impattante perché basato essenzialmente sulla posa di linee di frangiflutti che oramai, come è acclarato, sono una tecnologia obsoleta che non risolve completamente il problema dell’erosione, anzi lo accentua nelle aree limitrofe all’intervento dove successivamente si rende necessaria la posa di altri frangiflutti, come del resto è sempre accaduto in altre aree della regione Abruzzo e di quelle confinanti».
«Inoltre, – evidenzia il Comitato – il progetto vuole apparire come innovativo per l’utilizzo delle ormai note reefball il cui utilizzo, depositate ai margini e a ridosso di classiche barriere frangiflutti, appare come una palese forzatura concettuale dal momento che questi dispositivi sono invece concepiti per essere appoggiati direttamente sul fondo a formare un reef artificiale che consente effettivamente il ricambio dell’acqua nei bassi fondali insieme alla dissipazione del moto ondoso.
Le massicce strutture previste – benché poste al di sotto del pelo dell’acqua – sarebbero comunque ben visibili all’osservatore perché la costa di Vignola è alta e panoramica, e questo comprensibilmente comporterebbe un danno permanente e incalcolabile alle peculiarità paesaggistiche della zona oltre che ad esporla a un sicuro definitivo rimodellamento della linea costiera che cambierebbe – per come è conosciuta a causa dei fenomeni di accumulo e di avulsione dei sedimenti, che come è noto è provocato dalle barriere frangiflutto. E ancora si potrebbero citare le problematiche relative allo scadimento della qualità delle acque a causa di fenomeni di eutrofizzazione e alla pericolosità di queste strutture per la balneazione che è sempre più nota attraverso i rapporti della Società nazionale di salvamento».
«Le possibili alternative alla posa di frangiflutti sono molteplici – continua la nota – e il Comitato si augura che l’amministrazione comunale possa valutarle almeno in parte affinché sia preservata la possibilità della fruizione dell’area di Vignola da parte della collettività per com’è oggi e per come è sempre stata. Il Comitato ritiene che le alternative al progetto attuale, tecnologie meno impattanti, che seguano il concetto di “Building with Nature“, sono state solo superficialmente esaminate e scartate in maniera sommaria. Questi progetti possono facilitare la sedimentazione e il trasporto di sedimento lungo la costa, superando le limitazioni dei classici frangiflutti. Inoltre, per sostenere un turismo non stagionale, tali soluzioni consentirebbero di puntare su attività sportive in grande crescita come il surf (che vanta di un campione nazionale abruzzese che si allena nella spiaggia in questione, Edoardo Papa), generando una nuova economia anche e soprattutto fuori dalla stagione estiva per il tramite dei sempre crescenti flussi di praticanti che, seguendo le mareggiate, spesso si fermano a Vasto durante le giornate favorevoli alla pratica. La posa di barriere soffolte come quelle previste dal progetto originale, comporterebbe la perdita di uno dei “surf spot” più frequentati della costa adriatica, con le gravi ricadute economiche positive legate al turismo sportivo destagionalizzato».
«In conclusione, il Comitato evidenzia che le barriere frangiflutti proposte rappresentano un rischio ambientale e paesaggistico, affermando che il progetto potrebbe essere meno invasivo e più sostenibile. È comunque consapevole della necessità di agire con urgenza nell’avvio del progetto, per evitare di rischiare di perdere la disponibilità di fondi ad esso legati e messi a budget. Pertanto chiede al Comune di Vasto ed alla Regione Abruzzo un tavolo di lavoro che includa i suoi rappresentanti al fine di rimodulare il progetto sulla base delle premesse esposte».