FOSSACESIA- In un’intervista con Zonalocale, l’architetto Nicola Di Biase condivide la sua visione per la rigenerazione urbana. Di Biase sta portando avanti un ambizioso progetto a Fossacesia. L’iniziativa riguarda la Torre dell’Acqua, un edificio all’ingresso della città, che per anni è stato in disuso. Il progetto ha recentemente ricevuto un prestigioso riconoscimento come una delle migliori pratiche di rigenerazione urbana del 2022 in Italia.
Di Biase, progettista e direttore dei lavori, ha illustrato quali sono gli obiettivi di questa rigenerazione urbana e come è nata questa iniziativa: «La fine dell’illusione della crescita infinita, i nuovi problemi legati al consumo di suolo e le incertezze dovute alla crisi sociale della città post covid, impongono oggi molteplici riflessioni per ogni fase o episodio della città contemporanea. Con il mio studio di progettazione, ogni giorno ci cimentiamo nell’affrontare questi argomenti, tentando di individuare soluzioni strategiche in grato di ri-generare condizioni di vitalizzazione urbana. Dall’analisi svolta sul contesto di Fossacesia è stata evidenziata una crescente massa di edifici di ogni genere, natura e valore che hanno concluso per varie ragioni il loro ciclo di vita. Tra questi la torre piezometrica emerge per dimensione verticale e diventa un segno di riferimento per l’ingresso alla città. Tale circostanza ha attratto la nostra attenzione facendoci concentrare su tale ambito. Lo scopo centrale di questo progetto di rigenerazione, quindi, è stato quello di tentare di rovesciare alcuni termini delle questioni urbane e territoriali arrivando al concetto della città inversa. Per dare un significato diverso alle città è necessario lavorare sul patrimonio esistente, cercando di capire se è possibile far rinascere, rifondare, costruire un nuovo ciclo di vita a partire dalle risorse di cui si dispone, senza sprecare altro territorio. In tal modo abbiamo cercato di rispondere all’incessante domanda proveniente dalla società contemporanea, ossia: trovare modi e metodi per arrestare i fenomeni di consumo e di spreco delle risorse e affermare, anche nel campo delle trasformazioni edilizie urbane e del paesaggio, affermando una “eco-logica” progettuale. L’idea fondamentalmente continua Di Biase – nasce dall’attrattività visiva della Torre piezometrica che da anni non ha alcuna funzione prestabilita. Il contesto di riferimento ci sembrava avesse notevoli potenzialità legate prevalentemente a funzioni pubbliche. Rivitalizzare un contenitore dismesso, un drosscape come direbbero gli inglesi, ci sembrava una grande opportunità per Fossacesia, restituendo un nuovo spazio agli abitanti».
Con cura e precisione l’architetto ha, inoltre, illustrato le fasi del progetto e il valore intrinseco dello stesso per la comunità di Fossacesia: «L’approccio progettuale ha richiesto un cambio di paradigma, rispetto all’usuale condizione progettuale, in cui il territorio venga inteso quale risorsa da preservare, non solo in termini di riduzione del suo consumo, ma soprattutto considerandolo un detentore di “cellule di sviluppo” spesso sottoutilizzate o mistificate rispetto alle reali potenzialità d’uso. Abbiamo contrapposto alla città della rendita fondiaria la città della “rendita sociale”, in grado di agire con maggiore efficacia sulla sua stratificazione. Il brano di città di via Lanciano con il suo contesto ci si auspica che diventi un esempio di rigenerazione urbana in grado di riciclare il suolo già utilizzato evitando di disperdere energia per costruire quartieri intelligenti. Un’etica rinnovata di responsabilità del progetto per la Torre per la città.
Da qui anche il titolo del progetto assume una duplice valenza:
– la prima in senso fisico si traduce come un nuovo oggetto a sviluppo verticale che rappresenti in qualche maniera la città di Fossacesia;
– la seconda invece, assume toni filosofici con l’auspicio di stimolare eventuali futuri scenari di rigenerazione.
Entrando nel dettaglio progettuale l’idea è stata quella di recuperare il contenitore della torre piezometrica in disuso per trasformarla attraverso azioni puntuali di sottrazione ed ampliamento allo stesso tempo in un luogo rivolto alla società ed alle funzioni cittadine.
Partendo dal piano terra abbiamo conservato l’ingresso principale; l’ambiente interno verrà organizzato come atri di ingresso che funzionerà come luogo di informativo-accettazione dell’utente. Da qui attraverso un ampliamento verso sud è stata realizzata una sala meeting che presenterà un grande affaccio su via Lanciano. La parte retrostante invece sarà organizzata come luogo per i servizi igienici e, attraverso l’aggiunta del copro scala e dell’ascensore, come elemento di collegamento dei livelli superiori. Salendo sul primo piano, attraverso un corridoio aggiunto di distribuzione a sud si accede ad uno spazio (interno alla vecchia torre) destinato a centro d’ascolto per le vittime di abusi. Sul secondo ed il terzo livello sarà, con lo stesso schema distributivo del primo livello, saranno organizzati rispettivamente come sala studio e spazio co-working. L’ultimo livello, completamente ricostruito, verrà destinato a museo delle tradizioni e della pesca. Tale spazio sarà completamente vetrato in modo da rendere una vista panoramica su tutta la città e sul golfo di Fossacesia Marina. A livello materico l’idea è quella di preservare le murature in mattone faccia a vista per la torre e rivestire con una pelle microforata in corten tutte le aggiunte volumetriche. Gli spazi di distribuzione del primo, secondo e terzo livello saranno resi trasparenti dalla superficie vetrata esterna con una schermatura realizzata con la pelle di cui sopra. Tale schermatura verrà interrotta in alcuni punti in facciata in modo da creare degli squarci visivi sul paesaggio circostante. Un altro tema importante del progetto riguarda lo spazio pubblico sia come infrastruttura e sia come verde pubblico. A livello infrastrutturale verrà realizzata una nuova strada di collegamento, perpendicolare a via Lanciano, che costeggiando l’ex torre piezometrica aumenterà la permeabilità veicolare e pedonale verso il futuro spazio pubblico da realizzare sul retro dell’abitato di Lanciano. Quest’ultimo sarà caratterizzato da un piccolo parco attrezzato con giochi per bambini, uno spazio pedonale e un sistema di parcheggi a pettine. Tale spazio verrà caratterizzato inoltre da un filare alberato sul limite ovest e sul limite est. Potremmo individuare tre benefici ben distinti:
-il primo è un miglioramento sulla qualità dell’abitato esistente risolvendo il problema di degrado urbano che da anni incombe su tale ambito di riferimento;
– il secondo è legata alla dotazione di un nuovo spazio culturale;
– il terzo si lega direttamente al beneficio sociale e psicofisico di un nuovo spazio all’aperto posto nella parte retrostante, che dall’attuale “non luogo” si trasformerebbe in uno zona pubblica attrezzata all’aperto dove gli anziani possano sostare, ed i giovani possano poter giocare e fare sport».