CHIETI – «No ad azioni di accorpamento “dall’alto” delle scuole superiori che non tengano conto delle istanze del territorio e delle specificità delle istituzioni scolastiche». È quanto sottolinea il presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, in una lettera indirizzata all’assessore regionale all’Istruzione, Pietro Quaresimale, al dipartimento Lavoro e sociale della Regione Abruzzo, ai presidenti delle altre Province abruzzesi, al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, ai sindacati della scuola e dei dirigenti scolastici.
«Le modifiche introdotte dall’ultima delibera regionale – si legge in una nota diffusa dalla Provincia – in materia di dimensionamento scolastico risultano finalizzate esclusivamente alla soppressione dei parametri numerici, indicativi e non vincolanti, dei 600/400 alunni minimi per le autonomie scolastiche, senza nulla aggiungere circa le linee guida e i criteri ripartitivi che le Province dovranno utilizzare per i loro dimensionamenti».
«La delibera – prosegue la nota – richiama infatti e riporta, pedissequamente, il contingente annuale assegnato dal decreto ministeriale 127/2023 che stabilisce, per la Regione Abruzzo, un numero totale di 179 dirigenze, riconfermando il potere decisorio regionale di provvedere “autonomamente al dimensionamento della rete scolastica entro il 30 novembre di ogni anno, nel limite del contingente indicato nella tabella richiamata al comma 2, dell’art. 2, sentite le Province“. Appare dunque evidente – precisa il presidente Menna – che, in assenza di chiare direttive regionali e di una idonea tempistica, utile a coinvolgere ed ascoltare i territori e le parti sociali, questa Provincia risulta impossibilitata a procedere alle operazioni di dimensionamento scolastico, eccezion fatta per quelle situazioni puntuali per le quali c’è accordo e condivisione».
«Inoltre occorre ricordare che la Provincia di Chieti e quella di Teramo sono state le uniche, lo scorso anno, ad effettuare operazioni di dimensionamento della rete scolastica: per cui si manifesta, fin d’ora, la piena contrarietà e opposizione verso eventuali azioni di accorpamento coercitive dall’alto che non tengano conto delle istanze dei territori ed istituzioni scolastiche interessate», conclude la nota della Provincia.