VASTO – Il pontile di Vasto Marina vanta una storia ricca di cambiamenti nel corso degli anni. Francesco Paolo D’Adamo, noto architetto e cultore di Vasto, ci ha condotto attraverso un viaggio nel tempo per scoprire come questa struttura sia diventata uno dei luoghi più suggestivi della città.
Il pontile di Vasto Marina non è solo una destinazione turistica di grande fascino, ma anche testimonianza di cultura della comunità locale. La sua storia affonda le radici nel passato, quando la città non desiderava la realizzazione di un porto, ma un molo per garantire ai pescatori il regolare svolgimento della propria attività.
La prima ristrutturazione significativa si è concentrata sull’aumento dello spazio disponibile. Inizialmente, il pontile era essenzialmente una striscia centrale senza alcuna protezione. Durante le festività locali, la statua del santo veniva portata in processione sul mare, posta sul pontile e poi trasportata a terra.
La situazione attuale, invece, è preoccupante. «Ferri esposti, cemento sgretolato, crepe evidenti – commenta Francesco Paolo D’Adamo – continuando in questo modo, c’è il rischio che, fra un paio d’anni, si ritorni alle condizioni degli anni ’70».
«In questo contesto, è interessante notare come la città di Termoli abbia dedicato notevole impegno al restauro del suo centro storico, ottenendo risultati notevoli. Perché non cominciare a fare lo stesso a Vasto? Anche se oggi il pesce non viene più scaricato qui, il pontile può trovare nuova vita. Investire nella sua conservazione non solo manterrà il suo fascino storico intatto ma garantirà anche la presenza di bagnanti, turisti e visitatori», dichiara l’architetto.