VASTO – Il 10 ottobre di ogni anno cade la Giornata Mondiale della Salute Mentale, per l’occasione la testata ha dedicato due servizi al tema: l’evento a Palazzo d’Avalos organizzato dal Club UNESCO di Vasto e l’intervista alla dottoressa Regina Angelina, giovane psicologa di Vasto, che vi proponiamo oggi.
Alla dottoressa Angelini abbiamo anzitutto chiesto che cosa significhi parlare di salute mentale, poiché è necessario sgomberare il campo dal fatto che ad essa sia legato solo il malessere psicologico. La risposta della specialista, infatti, fa chiarezza in merito: «Bisognerebbe concentrarsi molto sul benessere, perché così come curiamo i problemi fisici per stare bene con il corpo, lo stesso dovremmo con la mente».
Questa definizione richiama il concetto di prevenzione, a cui la dottoressa Angelini risponde in questo modo: «La questione preliminare è certamente informarsi, per capire che la psicologia non è il sintomo. Spesso – aggiunge Angelini – si crea il luogo comune dello psicologo come professionista che si occupa dei “matti”. Si tratta di un luogo comune, ma la realtà non descrive questo: ogni paziente ha il suo disagio, dal più lieve al più acuto. In quest’ultimo caso può essere richiesta anche la presenza di altre figure professionali».
Chiediamo quindi alla dottoressa quali patologie, oggi, richiedono molto di più l’intervento dello psicologo. «Sicuramente l’ansia – dice la professionista -, soprattutto dopo il Covid-19, anche se una curva ascendente si registra anche in casi da depressione o da sintomi depressivi». Quindi, le chiediamo anche quale sia l’incidenza per fasce d’età: «Il Covid-19 – risponde la psicologa – ha influito anche sotto questo aspetto, abbassando la fascia d’età, nello specifico; il periodo compreso fra i 17-27 anni è quello che tratto di più per sintomi ansiosi. Nella fascia adulta, invece, prevale la depressione».
Veniamo, quindi, al compito dello psicologo: «Prima di tutto accogliere – dice Angelini -, ascoltare bene la domanda, capire bene quello che il paziente chiede e qual è la sua aspettativa.
Accogliere può sembrare banale? Non lo è affatto, perché il paziente quando arriva in studio, spesso, è agitato e rassegnato. Parliamo di una dinamica che se precedentemente riguardava i più adulti, oggi anche i giovani arrivano con la loro dose di rassegnazione, considerando che il contesto sociale ha inciso molto rispetto allo studio e al lavoro.
Sulle aspettative bisogna sottolineare che spesso sono irrealistiche; magari ci si aspetta di risolvere il problema in poco tempo o che, addirittura, ci sia una sorta di formula standard per risolvere i problemi».
In conclusione, un’epoca in cui l’ansia e la depressione sembrano diffondersi sempre di più, la dottoressa Angelini ci spiega che la chiave per una buona salute mentale è concentrarsi sul benessere e abbattere i pregiudizi. Accoglienza, ascolto e realismo sono fondamentali nel percorso di cura, aiutando le persone a trovare il proprio equilibrio mentale. La Giornata Mondiale della Salute Mentale ci ricorda che prendersi cura della mente è un passo essenziale per una vita migliore.