SAN SALVO – La FIOM esprime in nota quanto a seguire in merito alla situazione della DENSO in merito alla cassa integrazione per transizione occupazionale:
”Nel mese di maggio 2023 abbiamo avuto una videoconferenza con un funzionario del Ministero del Lavoro e in quell’occasione è stato spiegato il funzionamento di tale strumento. Successivamente abbiamo fatto i nostri approfondimenti.
Attualmente l’azienda sembrerebbe avere informazioni diverse da quelle forniteci in quella riunione, per questo come organizzazioni sindacali abbiamo chiesto di fare un nuovo incontro con il Ministero che chiarisca definitivamente come si può usare questo strumento; l’incontro è previsto per il giorno 16 ottobre 2023.
Le nostre perplessità non sono solo legate allo strumento ma a tutto il percorso che l’azienda vuole mettere in campo.
Cominciamo con i dubbi sulla cassa integrazione per transizione occupazionale:
1) va stipulato un accordo tra azienda, RSU e Organizzazioni sindacali dove vanno evidenziati con nome e cognome i Lavoratori a rischio esubero.
2) Solo i Lavoratori individuati come esubero potranno essere messi in cassa integrazione e l’eventuale rotazione potrà essere fatta solo all’interno degli esuberi individuati.
3) La prima domanda che ci poniamo è: se dovessimo avere un calo produttivo, come si comporterà l’azienda con tutte le Lavoratrici e tutti i Lavoratori che non possono essere messi in cassa integrazione? Verranno pagati o saranno a casa senza stipendio?
4) Allo stato attuale in Denso si deve tenere in considerazione che non potranno essere usati altri ammortizzatori sociali fino a quando non si esce dal quinquennio mobile e questo accadrà tra circa tre anni.
5) Per i Lavoratori a rischio esubero, l’azienda, anche coinvolgendo la Regione deve prevedere piani di formazione per i Lavoratori interessati dal trattamento di integrazione salariale straordinaria accedendo al programma “Garanzia di occupabilità dei Lavoratori” (GOL) per una durata massima di 12 mesi non ulteriormente prorogabili. Tale programma ha l’obiettivo di recuperare le professionalità sia dentro che fuori all’azienda e promuovere anche l’autoimprenditorialità. La Regione Abruzzo è preparata per portare avanti questo percorso?
6) La domanda più importante che ci poniamo è: se non vengono recuperati gli esuberi individuati, come dovrà operare l’azienda? Aprirà una procedura di licenziamento collettivo attingendo tra gli esuberi individuati o dovrà rispettare i criteri di legge?
Come vedete questi sono solo alcuni dubbi che ci poniamo visto che è uno strumento che non copre tutti i Lavoratori e quelli che copre vengono individuati come esuberi.
Qualcuno potrà obiettare che gli esuberi potranno coincidere con le persone che possono accedere alla pensione con lo strumento dell’Isopensione. Ma siamo sicuri che l’Isopensione, che ha un costo elevatissimo, sarà finanziato dagli azionisti DENSO?
Infine, sappiamo che solo una parte dei Lavoratori potranno agganciarsi alla pensione, tramite l’Isopensione, una volta terminata la cassa integrazione per transizione occupazionale. Come verranno gestiti i Lavoratori che alla fine della Cassa Integrazione non potranno usare l’Isopensione?
Ricordiamo che il percorso dell’Isopensione dovrebbe accompagnare gli eventuali aventi diritto alla pensione fino al 2033 e ad oggi il massimo copribile con l’ammortizzatore sociale arriva al 2031.
Riteniamo che non aver usato gli ammortizzatori sociali in modo diverso, ad esempio attraverso i contratti di solidarietà come da noi proposto sia stato un errore. Oggi, a chi sosteneva che il contratto di solidarietà individuava gli esuberi possiamo rispondere che in quel caso si individuava un numero, ora si devono individuare nomi e cognomi.
Le Lavoratrici e i Lavoratori non a rischio esubero rischiano di non avere alcuna copertura come ammortizzatore sociale, se in modo costante e per almeno tre anni non arriva nuovo lavoro.
Infine, lo prevede anche la legge che ha istituito questo strumento, c’è la necessità di un reale piano industriale che garantisca il futuro a tutto lo stabilimento e ad oggi noi non abbiamo traccia di questa volontà da parte degli azionisti DENSO.
Attenderemo un chiarimento ulteriore da parte del Ministero del Lavoro che fughi i nostri dubbi, ma se questo non accadrà noi come FIOM avremmo forti perplessità ad avvallare questo strumento.
Come abbiamo sempre sostenuto, a noi interessa più dare prospettive a chi è costretto a rimanere a lavorare e soprattutto siamo interessati agli investimenti concordati che devono garantire il futuro ai Lavoratori che non avranno la possibilità di agganciarsi alla pensione”.