SAN SALVO – Ieri sera, nell’Auditorium Paolo VI della parrocchia di San Nicola Vescovo in San Salvo, Tiziana Magnacca ha presentato la sua pubblicazione “Come goccia su una foglia”. Un lavoro che vede la prefazione dell’onorevole Gianni Letta, ospite d’onore della serata. Il presidente del Consiglio comunale e autrice del libro, insieme all’onorevole Letta, prima di recarsi in auditorium, sono stati ricevuti dal sindaco, Emanuela De Nicolis che, con tutta l’amministrazione, ha conferito un’attestazione di amicizia istituzionale al dottor Letta.
L’evento, moderato dalla giornalista Miriana Lanetta, ha visto anzitutto l’introduzione dell’onorevole che si è detto stupito di ciò che ha letto, poiché ha ricevuto l’opportunità di conoscere Tiziana Magnacca, non solo come sindaco efficiente, come credeva già che fosse, avendone un po’ seguito l’attività, ma «come donna di una sensibilità straordinaria, di una capacità di quelle dimostrate al di là del campo professionale e amministrativo, di una straordinaria capacità di sentimenti».
Prosegue, infatti, raccontando di aver telefonato per questo alla Magnacca dicendole: «io stanotte ho fatto notte con il tuo libro, ma ho scoperto un’altra persona – e prosegue –. Una meraviglia; per due ragioni: il metodo racconta la sua vita, la sua storia, la sua esperienza amministrativa e politica, ma non è l’autobiografia come tanti che mettono in fila una serie di episodi per esaltare le loro capacità o per vantarsi delle loro realizzazioni. Lei scrive una serie di lettere alla madre, non come un racconto cronologicamente progressivo che potrebbe risultare quasi noioso, piuttosto ci fa capire come ha vissuto nell’intreccio della dimensione pubblica con quella familiare, personale e come, nella dimensione pubblica, abbia portato quella carica che le veniva dalla famiglia e dalla sua storia personale. Testimonianza straordinaria sul piano dei sentimenti e ci fa capire con quanta intensità, con quanta passione, con quanta partecipazione, con quanto ethos lei abbia vissuto la sua esperienza politico-amministrativa. E questo è il metodo: raccontare scrivendo una lettera alla madre.
La lettera alla mamma non è un artificio letterario che pure sarebbe felice, quello di raccontare in autobiografia il rapporto con la mamma. No! È qualcosa di molto più profondo che arriva dritto al cuore, ma consente a lei di raccontare non i singoli episodi o una serie di avventure o disavventure politico-amministrative, ma di aprirsi per far sentire una donna figlia, madre, sposa, che ha vissuta quell’esperienza per la sua volontà, portando dietro quei valori che le hanno consentito di fare il sindaco in maniera così esemplare, perché ricca di qualcosa di più profondo della competenza tecnica. Tutto questo – conclude Letta – fa di questo libro un manuale di buona politica».
L’onorevole non ha mancato, poi, di auto-recensire la propria prefazione, usando anche dell’ironia. Ha detto infatti: «Ad un certo punto, nella prefazione, ho scritto una cosa di cui mi sono pentito, perché ho detto: “per conoscere e capire Tiziana Magnacca basterebbe leggere la prima e l’ultima lettera alla mamma”. Poi mi sono pentito, perché non vorrei che i lettori si fermassero al primo e all’ultimo capitolo, quantunque siano la chiave per capire Tiziana, e saltassero tutto il resto, perdendo tante belle cose».
Poi, prendendo la parola, l’autrice stessa ha voluto ringraziare oltre che l’onorevole Letta, il parroco don Beniamino Di Renzo che ha messo a disposizione il locale appartenete alla parrocchia per un evento non riguardante la vita ecclesiale della città, non scevro di lamentele, come ha tenuto a precisare Magnacca, aggiungendo che questo ha permesso ad ogni modo di fare comunità al di fuori delle ideologie politiche. In fin dei conti un Umgraifende, cioè, un “onniabbracciante”, ovverosia un luogo, uno spazio che accoglie nel suo seno i vari orizzonti.
Posta questa premessa, l’autrice ha raccontato il punto di partenza da cui nasce il libro; dice: «un giorno un mio amico di Vasto mi telefona. Io ero a lavoro, stavo preparando una separazione anche abbastanza complessa con un difficile equilibrio da trovare fra i due coniugi. Così questo mio amico; era morto un personaggio illustre del secolo scorso, ma anche dell’attuale – del quale l’autrice non fa il nome, ma sarà semplice capire a chi si stia alludendo -, e lui mi dice: “Tiziana, ti rendi conto cosa sta succedendo? È morta questa persona: hai visto quanta gente la va a salutare nell’ultimo passaggio terreno. È un mese, in fondo, che la Tv parla di lui”. Al che gli rispondo: “ma che c’entro io?”. E lui ribatte: “capisci che questa è una storia e le persone vogliono ascoltare storie che possono essere raccontate e anche tu dovresti raccontare la tua storia.
Dopo averlo liquidato freddamente – prosegue l’autrice – durante la notte ripensai agli argomenti che lui mi aveva evidenziato: le mie origini, l’umiltà della mia famiglia, il fatto che la mia storia appartenesse a tanti altri. La storia di una famiglia che dall’entroterra arriva a San Salvo, fatica ad adattarsi a questo mondo nuovo, a queste relazioni nuove, a questo modo di vivere più aperto. E, non vi nascondo, non ci sentivamo pienamente integrati nella cultura sansalvese, piuttosto ci sentivamo ai margini. Il giorno dopo iniziai a scrivere, di getto, senza pensare ad un progetto che poi tale si è rivelato nel raccontare la storia semplice di persone semplici, in un percorso personale di emancipazione rispetto a quello che poteva essere un destino segnato, quale poteva essere il mio, quando nel 1977 siamo venuti a San Salvo e che il nostro meraviglioso Paese e la nostra meravigliosa Carta Costituzionale hanno permesso di compiersi in maniera molto faticosa fino ad oggi. Insomma un libro che è nato senza alcuna velleità letteraria e con il desiderio di lasciarlo a mia figlio Pierluca».
Non è mancato, nel parlare del suo grande desiderio di voler essere madre, il ricordo del dottor Salvatore, ginecologo di Lanciano, venuto a mancare mercoledì, all’età di 70 anni, a causa di un tumore, e a cui Tiziana Magnacca si affidò durante la sua gravidanza, ormai quarantenne e con la responsabilità di amministrare la città al suo primo mandato.
Nelle ultime pagine del volume le lettere di Emanuela De Nicolis, sindaco di San Salvo, e Maria Amato, già onorevole della Repubblica, primario di radiologia dell’Ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto. Infine una poesia che i ragazzi della scuola media della città hanno dedicato a tutti i sindaci dell’ultimo ventennio. Il perché il titolo del libro sia “Come goccia su una foglia” ed il legame con Gianni Letta, direttamente nella video intervista.
Gli interventi sono stati intervallati dalla lettura di alcuni passi della pubblicazione e da due esecuzioni di Lara Molino. In sala, gremita, erano presenti anche alcuni amministratori locali, oltre alla De Nicolis: Nicola Mario Di Carlo, sindaco di Pollutri, Mimmo Budano, sindaco di Villalfonsina, e Daniele Carlucci, sindaco di Scerni.
Concludiamo con una citazione, raccolta direttamente da queste pagine, che sintetizza il messaggio passato durante la serata che, in fin dei conti, è il senso stesso della pubblicazione: «Continuerò a scrivere altre pagine di questa vita e lo farò con la speranza che quando Pierluca – il figlio – potrà leggerle, veda sua mamma come io vedo te».





