LANCIANO – «Con un certo imbarazzo abbiamo assistito in Consiglio al confronto tutto interno alla maggioranza sulle poltrone e sulle candidature alle prossime elezioni regionali. Mentre Lanciano e i cittadini attendono soluzioni, proposte, coraggio nelle scelte, la maggioranza di Paolini va in frantumi a nemmeno due anni dall’elezione: ora è chiaro a tutti, anche a loro, che quel patto era unicamente interessato alla riconquista delle poltrone, dei piccoli centri di potere e di nomine negli enti». Lo dichiara in una nota Leo Marongiu, consigliere comunale.
«È ormai chiaro – sottolinea il consigliere d’opposizione – che il malumore dei cittadini, rispetto a questi 2 anni negativi del terzo mandato di amministrazione Paolini, inizi a suscitare fibrillazioni all’interno della maggioranza. Gli stessi consiglieri comunali solo un mese e mezzo fa hanno definito “poco coraggioso” il bilancio di previsione ed oggi esprimono in modo ancora più esplicito l’irritazione verso assessori pronti a cambiare casacca e pronti a candidarsi alle regionali, inseguendo percorsi di ambizione personale senza che, in questi 24 mesi, siano riusciti a mantenere una sola delle tante mirabolanti promesse della campagna elettorale».
«In questo clima, – aggiunge Marongiu – il sindaco, Filippo Paolini, ha perso completamente il polso della situazione: questo fare pilatesco e sonnolento del primo cittadino, sta portando a sbattere non solo la maggioranza di centrodestra ma proprio la Città che aspetta risposte e soluzioni veloci sui grandi temi e che invece deve assistere a figuracce che si susseguono come la disorganizzazione delle feste di Settembre, l’incresciosa gestione dei box di Via Monte Maiella, l’appoggio incondizionato ad una politica sanitaria che sta uccidendo la sanità frentana e che ha ormai paralizzato il Renzetti».
«Il sindaco e tutta la giunta sono arrivati al capolinea, irresponsabile andare avanti così altri 36 mesi con questa litigiosità interna, inconcludenza e con questo arrivismo sfrenato di cui abbiamo avuto le avvisaglie già dal primo mese con la voracità di chi, come prima cosa, si è ri-adeguato l’indennità di carica senza nemmeno attendere gli aumenti che sono poi arrivati per legge. Una vergogna ed uno schiaffo a tutti i lancianesi», conclude la nota.