ATESSA – «Alla Sevel qualcosa non quadra! Da fabbrica dei record ad assenteismo. È una vera e propria contraddizione». Comincia così la nota della Fiom Cgil Chieti e Rsa Fiom Sevel in merito alla partecipazione del sindacato a una riunione convocata dall’azienda sull’assenteismo.
«Sui giornali – si legge nella nota – sventolano il record di più di 7 milioni di autoveicoli prodotti grazie alla professionalità e ai sacrifici dei lavoratori della Sevel e dell’indotto, poi alla Regione dichiarano che il problema è l’assenteismo. Invece di chiedere interventi, parlano di assenteismo facendo un favore agli assessori come alibi per non fare nulla. La domanda che tutti ci dovremmo fare è: cosa è accaduto negli ultimi anni dentro la fabbrica? Cosa ha fatto chi doveva essere preposto alla gestione del personale? Dopo aver beneficiato dell’organizzazione lasciata dai predecessori, cosa è accaduto dal 2020 in poi?»
«Come mai da quando c’è una nuova dirigenza i volumi calano, – prosegue la nota di Fiom Cgil Chieti – mancano i pezzi e si ricorre a straordinari per colmare o i vuoti lavoro o linee che vanno singhiozzo, costringendo i lavoratori a inseguire i volumi produttivi con alte saturazioni per cercare di non sforare le previsioni. Cosa devono fare di più i lavoratori oltre ad inseguire le inefficienze organizzative della produzione e soprattutto come stanno vivendo l’incertezza sul futuro? Attaccarsi all’alibi dell’assenteismo per non cambiare è la dimostrazione di una esperienza che ha smesso di maturare già da alcuni anni. L’assenteismo è solo una scusa per non agire, non reagire, non programmare, non investire e soprattutto non puntare sul futuro».
«Ora – specifica la nota – ci chiedono di partecipare a una riunione sull’assenteismo, dopo averla svolta una settimana prima con le altre organizzazioni sindacali. Noi non parteciperemo a questa farsa, che siano i protagonisti del CCSL a dare le risposte a questo falso problema. Il problema reale è lo stabilimento di Gliwice che è stato realizzato nel silenzio assordante di tutti tranne che della FIOM, così come la mancanza di un piano industriale serio, da parte di Stellantis, che dia prospettive allo stabilimento della SEVEL».
«Il gruppo dirigente Sevel dovrebbe cercare più motivi e meno alibi e soprattutto togliere quei vergognosi tabelloni che evidenziano dei dati che nessuno di noi può controllare. Continuiamo a chiamarla SEVEL perché potete cambiare tutti i nomi possibili, ma è la fabbrica che grazie alle lavoratrici e ai lavoratori ha fatto la storia di questo territorio e se ne darete la possibilità, continuerà a farne la storia», conclude il sindacato.