TERAMO – Uno studio condotto dal docente di Scienze Tecniche e Dietetiche Applicate dell’Università degli Studi di Teramo, Mauro Serafini, ha sollevato interessanti quesiti sulla longevità degli abruzzesi. La ricerca è stata presentata in un seminario organizzato da Arta (Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente) e dal Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo nell’ambito del progetto “Comunicazione e Formazione su tematiche relative all’interconnessione ambiente-salute”.
Alla base di questo studio vi è l’analisi delle abitudini alimentari tradizionali degli abruzzesi, in particolare la “colazione contadina” nota come “sdijuno“. Questo pasto mattutino abbondante include prodotti tipici regionali come pane, formaggio, salsicce e frittate. Secondo il professor Serafini, le persone che hanno raggiunto età avanzate seguivano ritmi naturali del corpo, che comprendevano una colazione sostanziosa al mattino, una cena precoce e il pasto principale a mezzogiorno. Questo schema comportava una finestra di restrizione calorica di circa 17 ore tra cena e pranzo, consentendo al sistema immunitario e al metabolismo di funzionare in modo ottimale senza stress eccessivo.
Ma la ricerca non si è limitata all’alimentazione. Durante il seminario, sono stati affrontati anche altri fattori che influenzano direttamente e indirettamente la salute umana, come l’inquinamento atmosferico e marino, la deforestazione e l’impoverimento della biodiversità. Questi fattori possono aumentare la diffusione di malattie, provocare effetti tossici persistenti, influenzare il sistema endocrino e causare allergie.
Maurizio Dionisio, direttore generale di Arta Abruzzo, ha sottolineato l’importanza di valutare l’impatto sulla salute umana attraverso un approccio multidisciplinare e una governance ambientale basata su criteri scientifici e dati affidabili. L’agenzia continuerà a svolgere il suo ruolo di sentinella dell’ambiente, monitorando costantemente le condizioni e i cambiamenti nell’ecosistema al fine di proteggere la salute umana e la biodiversità.
Inoltre, durante il seminario, è stato affrontato il tema dell’esposizione ai campi elettromagnetici e il ruolo di Arta nell’attività di monitoraggio e valutazione. Carla Cimoroni, tecnico di Arta, ha spiegato che l’agenzia utilizza stime modellistiche per valutare cautelativamente le condizioni potenzialmente di massima esposizione. Le misure sul campo vengono eseguite attraverso rilievi in banda larga per determinare il valore complessivo dell’intensità del campo elettromagnetico in una certa posizione e in banda stretta per individuare le sorgenti specifiche che generano il campo elettromagnetico.